la Repubblica, 21 giugno 2022
L’oro mondiale di Benedetta Pilato
Piange prima per Thomas («Ma mi sono dovuta contenere, ero in camera di chiamata»), poi però non deve tenersi più e allaga la piscina, anzi la sua seconda casa. Oro e lacrime a dirotto per la minorenne favolosa della rana, Benedetta Pilato, la tarantina di 17 anni che non smette di rivoltare le gerarchie del nuoto. Campionessa del mondo nei 100 rana a Budapest, pochi minuti dopo Ceccon, stesso tetto stesso cloro dove l’anno scorso agli Europei fece il record del mondo nei 50. La distanza che le viene ancora più naturale e che tre anni fa ai Mondiali in Corea del sud le valse un argento sconvolgente. Che nessuno si aspettava, nessuno aspettava lei.
Da Taranto dove non ha nemmeno una vasca olimpica al tetto del mondo. Passando per l’Aniene, la società di Pellegrini. «Da quel Mondiale sono cambiate molte cose, sono maturata, sono tre anni che sembrano molti di più perché le aspettative sono sempre più impegnative. Ho ancora tanto da imparare. Pensavo che qui sarei stata travolta dall’ansia, invece sono riuscita a contenerla. Sì ho pianto tanto, prima per Thomas perché ho pensato alle mie sensazioni del mio record l’anno scorso che non ero riuscita a godermi. Poi per me perché alla mia prima finale mondiale nei 100, la vinco».
Baby boom. La prima campionessa mondiale under 18 d’Italia. Nelladistanza olimpica. Quella che a Tokyo le aveva lasciato tanta amarezza: squalificata in batteria per una gambata irregolare. «Parigi 2024? Me la prenderò con calma. In Giappone abbiamo fatto tutto di corsa e non ci ha portato da nessuna parte». Invece stavolta guarda come va lontano con le sue unghie arcobaleno: tocca in 1’05”93 (in semifinale 1’05”88), di 5 centesimi più veloce della tedesca Anna Elendt, autrice del miglior tempo delle semifinali.
Bronzo alla ritrovata lituana Ruta Meilutyte, l’ex baby fenomeno come Benny che a 15 anni fu d’oro a Londra 2012. Fuori dal podio in 1’06”07 Lilly King (la campionessa mondiale dal 2017 di 50 e 100, campionessa olimpica del 2016 e bronzo a Tokyo e primatista mondiale). Nel giorno in cui fallisce i 1500 Simona Quadarella (5ª), tocca a Benny tenere alto l’orgoglio di genere. «Sono stracontenta e soddisfatta del mio lavoro e del mio percorso. Ho avuto anche un po’ di problemi fisici che mi hanno condizionato, ho imparato a reagire. Ho scritto al mio allenatore, Vito D’Onghia, dicendogli semplicemente ‘ho vinto’. Verrà giovedì, non vedo l’ora. Sto crescendo anche se resto sempre la più piccola della squadra, quindi me la godo. Siamo una nazionale fortissima e unita, è bellissimo fare parte di questa Italia che vince».
In vasca, al 3° giorno già 3 ori. «Sembra venire tutto facile. Cosa prenderei da Ceccon? La concentrazione. Mentre da Martinenghi la sicurezza e la spensieratezza».
Perché anche se non vuole pensarci, ci pensa. Al passato e al futuro. «Spero di ripetermi nei 50. Poi una settimana di vacanza e avanti verso gli Europei a Roma. L’errore nei 100 a Tokyo? Non ci ho riflettuto, siete voi che gli date così tanta importanza, può succedere. Con Vito abbiamo continuato come al solito e nonostante il down di Tokyo, siamo andati avanti per la nostra strada. Mi alleno in Puglia, non mi sono trasferita a Roma e non penso che lo farò neanche l’anno prossimo. Magari quando avrò finito la scuola andrò in un’altra città. Mi sposterò per studiare, questo è sicuro, il rapporto con Vito oltre che da atleta e allenatore è anche un’amicizia, quindi riusciremo anche così». A scrivere favole.