la Repubblica, 19 giugno 2022
Razov e il N5s dalla stessa parte
Due settimane dopo la carrellata di insinuazioni e minacce rivolte ai politici italiani, accusati di dubbia moralità dal ministero degli Esteri russo, l’ambasciatore di Mosca a Roma, Sergej Razov, torna a parlare. E s’incunea nel dibattito più divisivo nel nostro Paese in tema di politica estera, la fornitura di armi alla resistenza di Kiev. Il fatto che l’Italia spedisca aiuti militari all’Ucraina rappresenta un «elemento negativo» nelle relazioni bilaterali, dice Razov. Ma ha di che compiacersi: «La logica secondo cui la massiccia fornitura di armi all’Ucraina sarebbe un mezzo per arrivare alla pace», sostiene, «è lungi dall’essere condivisa da tutti, anche in Italia».
Sa Razov che il Movimento 5 Stelle, almeno quello che fa capo a Giuseppe Conte, vorrebbe bloccare l’invio di nuove forniture. Lo conferma la bozza di risoluzione fatta circolare ieri da alcuni senatori grillini. E conosce le posizioni di Matteo Salvini che da un mese ripete in loop: basta armi. Il timing delle dichiarazioni non è un fattore marginale. Le parole di Razof, intervistato da Scenari internazionali , arrivano mentre in Parlamento la maggioranza che sostiene il premier Mario Draghi non ha ancora raggiunto un accordo sulla risoluzione da votare martedì in Senato. Non è all’orizzonte un quarto decreto sugli aiuti militari, ma Draghi durante la visita a Kiev ha garantito a Zelensky il massimo sostegno dell’Italia. Il M5S di Conte - e bisogna vedere che posizione prenderà in Aula la Lega - vorrebbe comunque segnare il punto, mettendo a verbale una sterzata «diplomatica» rispetto alla risoluzione votata il primo marzo, una settimana dopo l’invasione, che legittima l’invio di armi fino a dicembre.
Razov usa una strategia cara al Cremlino. Soffiare sul tema più divisivo. Spaccare i partiti e l’opinione pubblica. Ripete concetti già ad alta circolazione nei talk show italiani. Mandare armi al Paese invaso, sostiene, non fa altro che «moltiplicare vittime e distruzioni». E «non è possibile fare completa chiarezza su chi abbia effettivamente in mano queste armi». Sa di poter contare su una rete di contatti dispiegata in 10 anni di stanza a Roma come rappresentante del Cremlino. Salvini è stato all’ambasciata russa per 4 volte dopo lo scoppio della guerra, per organizzare la trasferta a Mosca, poi annullata. Razov ha consuetudine con un pezzo di M5S ed ex. Vito Petrocelli, l’ex presidente della Commissione Esteri del Senato, ora espulso dal Movimento, è stato all’ambasciata, anche a cena, diverse volte prima del conflitto e ha ricevuto sostegno dalla Russia dopo la sua rimozione dalla guida della Commissione. A scrivergli, a metà maggio, è stato Grigory Karasin, ex vice-ministro degli Esteri di Putin e oggi presidente della Comitato degli Affari internazionali della Camera alta del parlamento russo. Gli ha spedito una lettera riservata con gli «auguri per la continuazione della sua rappresentanza parlamentare». «Una lettera personale», spiega Petrocelli. Il quale assicura che la pattuglia di ex grillini confluiti nel gruppo Alternativa martedì presenterà una risoluzione per chiedere di «bloccare l’invio di armi».
È in questa ragnatela di sponde e rapporti che si muove Razov, sempre più interventista nella politica del Paese che lo ospita. Tanto da avere perso credibilità tra i diplomatici italiani, che lo considerano ormai più un politico-propagandista che una feluca. Impressione che le sue uscite, da febbraio in poi, hanno contribuito a rafforzare. A inizio marzo spedì ai parlamentari italiani una lettera minacciosa del ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov. Un mese dopo presentò una querela (già archiviata) contro La Stampa, con inedita conferenza davanti alla Procura. Il 3 giugno ecco gli attacchi alla moralità dei politici italiani e, subito dopo, la pubblicazione sui canali dell’ambasciata di un report confezionato da Mosca per rincarare gli insulti e denunciare una presunta campagna russofoba in Italia. Seguì convocazione della Farnesina e protesta formale. Ma la strategia continua.