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 2022  giugno 18 Sabato calendario

Pierre Poilievre, il Trump canadese

L’abuso della parola «libertà», che nel suo caso si estende perfino al diritto di non vaccinarsi contro il Covid, sembra essere la caratteristica principale di Pierre Poilievre, l’uomo che spera di occupare un giorno il posto del premier canadese Justin Trudeau. Per riuscirci, però, l’ex ministro dello Sviluppo sociale nel governo di Stephen Harper deve innanzitutto diventare il leader del Partito conservatore (del quale fa parte dal 2003) nel voto in programma il 10 settembre e poi vincere le elezioni previste fra tre anni. Molta acqua deve scorrere ancora sotto i ponti, ma è meglio iniziare a prendere le misure di colui che per The Economist è il rappresentante di una «specie più educata di populisti». La «risposta a Trump», insomma, in un Paese finora molto lontano dall’estremismo anti-sistema dell’ex presidente americano.
    Sarà anche «educato», ma i modi urbani di questo affabile quarantatreenne laureato all’Università di Calgary, sposato con una venezuelana e padre di due figli, si accompagnano in realtà alla fermezza abbastanza aggressiva con cui, per esempio, ha criticato la scelta del «kennedyano» Trudeau di ricorrere alla legislazione di emergenza per fermare le proteste dei camionisti no-vax (il «Freedom Convoy 2022») che hanno paralizzato il Canada a febbraio. Sempre nel nome, va da sé, della «libertà». E che dire del fatto che Poilievre ha già annunciato che rimuoverà dal suo incarico il governatore della banca canadese? Perché, sostiene, l’inflazione è «una forma di oppressione».
    Con lui il Canada diventerebbe, ha affermato in una intervista a Maclean’s, «il Paese più libero del mondo». Non è chiaro, a questo proposito, chi oggi impedisca a ogni cittadino di «scegliere autonomamente la propria strada». Quando gli è stato chiesto, come ha fatto il news magazine canadese, se sia giusto ― nel nome della sicurezza di tutti ― non assumere una persona che ha rifiutato il vaccino o non farla entrare in un ristorante, Poilievre ha risposto: «No». «Non togli la libertà a qualcuno ― ha spiegato ― perché ha preso una decisione personale nel campo della salute che non ti piace». Detto questo, detto tutto. Non c’è bisogno di aggiungere altro.