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 2022  giugno 18 Sabato calendario

Intervista a Juri Chechi

Il primo libro letto da bambino?
«Il gabbiano Jonathan Livingston». Mi è rimasto impresso per il senso di libertà sconfinata. Ricordo anche il secondo, «Il buio oltre la siepe», che per la prima volta mi ha fatto riflettere sull’ingiustizia e sul razzismo.
Nella casa dov’è cresciuto che libri c’erano?
Non ricordo molto bene... ho però la certezza di aver visto tantissimi libri di ciclismo e in particolare quelli che raccontavano di Fausto Coppi, mio padre è sempre stato un suo grandissimo ammiratore.
Il più amato?
«Shantaram» di Gregory David Roberts, perché ha vissuto una vita incredibile, in cui succedeva di tutto. Mi sono sempre piaciute le storie autobiografiche, sono curioso di conoscere le vite degli altri, le storie vere di persone anche molto diverse e distanti da me e dal mio modo di essere e di vivere.
Il più noioso che non è mai riuscito a finire?
Più di uno sicuramente... Per esempio «Guerra e Pace».
C’è un libro che cita senza averlo letto?
Sinceramente no.
Quale eroe di romanzi le piacerebbe essere?
James Bond, il personaggio di Ian Fleming! Serve che spieghi il motivo? Beh, naturalmente per la sua capacità di entrare in situazioni intricate e spinosissime, e uscirne sempre e comunque vincitore. Con grande classe. (E poi per le Bond girls!)
Il momento della giornata migliore per leggere?
Dipende molto dal tempo a disposizione, comunque la sera prima di addormentarmi mi piace molto.
La posizione preferita?
Nel lettino in spiaggia o sdraiato a letto con doppio cuscino sotto la testa.
Quanti libri possiede (più o meno)?
Non ne ho davvero idea! Sparo a caso...300?!!
Come li tiene in ordine?
Non ho un ordine preciso.
Dove li tiene?
Ho una grande libreria a parete.
Ha regalato un libro per sedurre?
No
È mai stato sedotto con un libro?
Come tiene il segno della lettura?
Con segnalibri, quelli che mi capitano....
Ha il coraggio di fare le orecchie ai libri?
Assolutamente no!
Li sottolinea?
Ha mai buttato via un libro?
Più di uno... Sono un ordinato maniacale, quindi una volta all’anno risistemo la libreria e faccio spazio. Quindi può capitare di buttare vecchi libri non più usati. In particolare ho buttato senz’altro dei vecchi atlanti, o anche manuali scolastici e vecchissime enciclopedie rese obsolete dall’arrivo di internet. Mi ricordo che una volta comprai un libro sui fiori che avevo trovato in offerta: ne rimasi talmente deluso che lo fiondai appena sfogliato.
Li impresta?
È successo, anche se non mi piace molto prestare libri... Non si sa mai se torneranno indietro e io sono molto geloso dei miei. È successo per esempio con «Shantaram»: l’ho prestato e me lo sono dovuto ricomprare.
Li restituisce se li imprestano a lei?
Sinceramente non ricordo di aver mai preso un libro in prestito.
Che libri tiene sul comodino da notte?
L’ultimo che sto leggendo. Ken Follett, «I pilastri della terra». Era uno dei pochi vecchi di Follett che ancora non avevo letto.
L’ultimo libro che ha letto?
Il «Codice Jury»... e mi è piaciuto tutto! A parte gli scherzi ho riletto da poco «La ragazza nella nebbia»
di Donato Carrisi. Dopo aver visto il film, mi è venuta voglia di riprendere il libro. Sono entrambi eccezionali, infatti Carrisi è autore della sceneggiatura oltre che regista. E si vede. La fedeltà al libro è una delle cose che ho apprezzato di più. E poi Servillo…
Se dovesse andare su un’isola deserta che libro porterebbe con sè?
«Il Signore degli Anelli»...su un’isola deserta credo avrei molto tempo per leggere!
Quindi il soprannome di “Signore degli anelli” ha anche un senso letterario: Tolkien le piace davvero...
Sì, molto. Amo le saghe tolkeniane, che ho letto da ragazzo e poi riletto a intervalli regolari, nella mia vita. La capacità di Tolkien di creare un mondo così credibile, dettagliato, perfetto, mi ha sempre affascinato.
Il migliore libro sullo sport?
È davvero difficile rispondere poiché esiste una letteratura molto ampia e ben fatta sull’argomento sport. Comunque mi appassiona molto tutto quello che tratta di Olimpiadi e Olimpismo.
Quando gareggiava, la lettura faceva parte degli allenamenti?
Direi di no, anzi la lettura mi aiutava principalmente a non pensare agli allenamenti.
In trasferta si metteva nel borsone un libro?
Qualche volta sicuramente è capitato. La verità è che non so adesso citare un titolo esatto perché erano letture di svago, che mi servivano come riempitivo per i tempi morti e per diminuire la tensione della gara.
Inizia il suo libro con William Ernest Henley: perché?
Cito i suoi versi, «Non importa quanto stretto sia il passaggio,/ quanto piena di castighi la vita,/io sono il padrone del mio destino:/io sono il capitano della mia anima» perché mi piace il concetto che esprime, ci sono diversi poeti che leggo e soprattutto rileggo.
Altri poeti amati?
So che sembrerà strano ma il mio preferito resta Giacomo Leopardi. La musicalità dei suoi versi resta per me imbattibile. La mia poesia preferita è «Il sabato del villaggio», che è molto triste ma molto vera.