la Repubblica, 17 giugno 2022
Intervista a Gregorio Paltrinieri
Capitano Greg. Tocca a Paltrinieri guidare la flotta Italia ai primi Mondiali di nuoto senza Federica Pellegrini. «Mancherà, era una trascinatrice della squadra e ha reso pop il nostro sport. Ma per fortuna ha lasciato nel momento in cui abbiamo una delle nazionali più forti». Si scende in acqua da domani e fino al 3 luglio ai campionati di Budapest con un programma invertito rispetto al solito: prima la vasca e poi le acque libere. Assenti molte star, specie tra le donne, a cominciare dall’australiana Titmus. Il campione olimpico dei 1500 a Rio 2016, due medaglie a Tokyo (argento negli 800 e bronzo nella 10 km) nonostante la mononucleosi, inizia con gli 800 (lunedì le batterie) e in tutto farà 5 gare. A 27 anni. Un carnet più ricco rispetto a Gwangju 2019 quando ha esordito a un Mondiale nuotando tra mare e corsia. A maggio 2020 ha lasciato Ostia dopo un decennio e il suo tecnico Stefano Morini per trasferirsi a Roma alla corte di Fabrizio Antonelli. Una rivoluzione, proseguita con un amore nuovo, la spadista azzurra Rossella Fiamingo, e il ritorno a casa dopo i Giochi in Giappone. «A Ostia, dove conosco più gente che a Carpi».
Ricapitoliamo?
«Dopo Tokyo sono stato tanto in giro, anche se la mia base è tornata a essere Ostia insieme a Fabri,dormo al centro federale come ai vecchi tempi. È casa mia a tutti gli effetti, ho amici, ci sono cresciuto e devo dire che ci sto molto bene.
Stefano è tornato a Livorno conGabriele Detti. Con Gabri ci sentiamo spesso, meno col Moro.
Ho preso una casa a Roma, all’Eur, ma ancora non ci entro, devo arredarla e non ho mai tempo.
Conto di farlo a settembre. Sto vicino a tutto, sono andato al Golden Gala e poi sono uscito con Tamberi. Che festa all’Olimpico».
Calendario fitto e anomalo, dopo i Mondiali ci sono gli Europei a Roma. Aspettative?
«Alte, come sempre. Mi sono preparato molto bene. Partire col piede giusto qui con la piscina è importante, in mare siamo molto forti e possiamo ottenere ottimi risultati, la 10 km olimpica è quella sulla quale stiamo puntando di più. I miei avversari? Ci sono tutti, compreso l’ucraino Romanchuk che per via della guerra ha attraversato un dramma. L’ho sentito spesso, suo padre è al fronte come il suo allenatore, lui è prima rimasto vicino alla famiglia poi ha deciso di andar via per allenarsi con Wellbrock in Germania. Anche con Florian me la giocherò, così come con l’americano Finke. Ma credo che ci saranno anche tanti giovani e sorprese, siamo già nel ciclo olimpico per Parigi. Penso al tedesco Martens e al tunisino oro nei 400 in Giappone, Hafnaoui.
Dopo Budapest, faremo un mesetto di altura e poi Roma: sarà fighissimo, la mia prima gara internazionale a casa».
Ha cambiato il modo di allenarsi?
«A cambiare è stata la filosofia, non tanto la struttura della settimana: dieci allenamenti, di solito 8 in piscina e 2 in mare per 80 km circa.
È che i lavori sono molto diversi, ci concentriamo su aspetti tecnici e qualità. Ci servono in vasca ma soprattutto in mare, perché nel fondo si risolve tutto all’ultimo chilometro, ed è lì che mi sto focalizzando».
Nella sua scelta tecnica ha anche subito critiche come Sinner. Mai avuto dubbi?
«Ci sono sempre, ne ho avuti mille.
È stato stressante cambiare vita completamente, ma ho preso decisioni forti senza ripensamenti, valutandole ma anche un po’ d’istinto, era quello di cui avevo bisogno, la mia quotidianità non mi bastava più. Avevo messo in conto un po’ di smarrimento però credo che un po’ di brivido, di imprevisto e di paura siano le cose che spingano a migliorarsi, a vivere con un po’ più di sfrontatezza. Ero pronto a tutto e volevo che funzionasse, oltre al fatto che il cambiamento tecnico era necessario. Mi ha trasmesso una voglia di fare che negli ultimi anni a Ostia avevo perso. Il valore aggiunto è stata la voglia di lavorare ancora su me stessocercando soluzioni nuove per vincere».
Quanto le hanno dato ragione le medaglie a Tokyo?
«Ripensandoci ho fatto le migliori gare di sempre. Il percorso di avvicinamento per non parlare dell’arrivo sono stati terribili. Stavo ancora male e il mese prima, con la mononucleosi, non riuscivo neanche a entrare in acqua. Non c’era possibilità che gareggiassi, l’idea del podio era lontanissima anche nella mia testa. Invece la forza è stata proprio quella, sono arrivato alle Olimpiadi con una cattiveria e una grinta pazzesche, tutti si aspettavano che andassi lì a partecipare invece la differenza è stata che io ci sono andato per lottare per le medaglie. Questo mi ha dato una forza di volontà extra.
L’argento in vasca e soprattutto il bronzo nel fondo, entrambe belle e assurde, mi rendono fiero di me».
È arrivato anche un altro amore.
«La vita privata è cambiata con quella sportiva. Ne avevo bisogno e voglia, non ho avuto paura di affrontare la storia d’amore con Rossella. Stiamo molto insieme.
Non seguivo la scherma prima di incontrarla, la vedevo solo alle Olimpiadi, ma ora vorrei provare a tirare anch’io, di spada ovviamente. Lei nuota? Nuota.
Siamo diversi, anche nell’affrontare le gare: io aggressivo, cattivo, voglio tutto e subito. Lei calma, riflessiva, concentrata, pronta a cogliere l’attimo. Ma alla fine non ci unisce lo sport, ma l’interesse per il mondo».
Ha anche lanciato una competizione green.
«Si chiama “Dominate the water”, 4 tappe e 3 format di gara, iniziamo a Lignano Sabbiadoro, poi Positano, passando per Taranto e Stintino.
Da quando sto più a contatto con la natura e vado per spiagge, mi rendo conto di quanto spesso siano trasandate e sporche. Vorrei portare la gente alle gare nell’interesse del turismo sportivo ma ecosostenibile, perché non è che vogliamo andare nei posti, spaccare tutto e andarcene».
Altri nuovi interessi?
«La Formula 1. Tifo Ferrari, mi piace molto Leclerc. Ma anche Hamilton da sempre, tra i giovani apprezzo Norris e Russell. Gioco anche aF1 Fantasy. Sono stato a Imola per la gara. Mi sono appassionato di recente, con la serie Drive to Survive. Ho scoperto gli uomini oltre ai piloti. È una generazione interessante quella di adesso, come in molti altri sport. Gli atleti, comprese le star, anche grazie ai social sono più connessi alla gente».