ItaliaOggi, 16 giugno 2022
Le locuste, da piaghe d’Egitto a cibo
Nella Bibbia le locuste erano una delle dieci piaghe d’Egitto, oggi te le danno da mangiare. Secondo indicazioni della Ue, che su questo obbrobrio alimentare spinge come una dannata, sacerdotessa di un culto occidentale che nel nome del neomarxismo riveduto in ambientalismo sacrale punta a soppiantare il cristianesimo (cosa che, a quanto pare, a Bergoglio va benissimo). Il progetto, manco a dirlo, si chiama «Novel Food» e quando qualcosa ha la dicitura english, gratta gratta, vien sempre fuori la fregatura. Cibo novello? In Galles, a Cardiff, lanciano il progetto pilota: insetti, locuste ed altre prelibatezze sulle mense di 4 scuole elementari. In modo alquanto liberale: o mangiano quelle, o restano con la fame, alternative non sono previste. Tutti d’accordo, maestri, dirigenti, statalisti, e perfino i vegani, per i quali, chissà perché, gli insetti non sarebbero tra le categorie animali da tutelare. I ragazzini, magari, storceranno la bocca, qualcuno potrà pure vomitare, ma i ragazzini non appartengono alle famiglie ma allo stato, come delirava quella regista pariolina. Facile prevedere che la nuova moda, perché queste altro non sono che mode, schifose, attecchirà presto anche da noi. Tanto più che, per indorare la locusta, simili orrori vengono cucinati «alla bolognese», con tanto di ragù: la carne no, che fa male, le locuste col ragù di carne sì.
Così ragione, si fa per dire, la Ue e quanti si adeguano con scemenziale entusiasmo. Manco in tempo di guerra e di carestia si arrivò a tanto: oggi imporre vermi, cavallette, zanzare «alla bolognese» è segno di civiltà, è progressista, è di moda, è distinzione snob come dichiararsi putiniani e sfoggiare tre mascherine una sopra l’altra a 40 gradi. Vado a cercare notizie sulla fascinosa tendenza via Google: e trovo un mare di raccomandazioni, sponsorizzazioni, consigli, pressioni (piuttosto sospette) da Bruxelles: la carne uccide, le locuste sono il cibo del futuro, date blatte ai vostri bambini, gli hamburger sì ma «sintetici», uh che buone le tarme, no al vino sì al succo di tarme, ma quale brodetto di pesce, vuoi mettere il baobab? Praticamente, il progetto eurounionista consiste nel trasformare i suoi 300 milioni di cittadini da umani in panda, koala e formichieri. A particolare discapito, vedi un po’, dell’Italia che nella gastronomia ha sempre avuto uno dei fiori all’occhiello, anche in senso commerciale. Ma l’intento è chiaro: snaturare, sradicare qualsiasi tradizione, lascito, cultura nazionale. DI questo, neppure i superburocrati del falansterio bruxelliano fanno mistero anzi lo rivendicano, teorizzando l’uomo nuovo fin dalle scuole elementari: genderizzato e locustizzato.
Ovviamente, il minimo comun denominatore per questa violenza genetica è «la sostenibilità»: di cosa non si sa, certo non del povero stomaco. Poi approfondisco e, voilà, l’illuminazione: «La decisione formale della Commissione europea sarà adottata a partire dalle prossime settimane, e fa parte della strategia «Farm to Fork», ossia il piano d’azione dell’Unione Europea 2020-2030 che prevede di trasformare il sistema alimentare europeo nella direzione di una maggiore sostenibilità sotto diversi aspetti e riducendo il suo impatto sui Paesi terzi. Gli insetti, proprio per tutte le ragioni riportate sopra, rientrano tra i «cibi futuri» che possono possono sostenere questa transizione «verde», ritagliandosi un ruolo di peso nel mercato alimentare europeo».
Ah, ecco: è sempre una questione di euro. Qui affiora tutto il dirigismo europeista: decisioni calate dall’alto, nessun rispetto per la tanto sbandierata diversità, gusti omogenizzati (e al limite del codice penale), gogna per chi non si allinea; il tutto all’insegna del soldo, del mercato «sostenibile»: da chi? La Ue in 30 anni non ha risolto uno che sia un problema alla sua attenzione: non ha una politica estera comune, non ha un esercito condiviso, sui migranti vanno avanti a forza di brindisi e promesse, se scoppia una guerra di confine non ne parliamo, sull’energia ha compiuto, principalmente per responsabilità della Merkel, scelte che definire suicide è un pietoso eufemismo, eccetera. Però ci ha dato il caricabatterie unico e le locuste a colazione. Vuoi vedere che la vera piaga è proprio lei. Forse se Putin, in fama di liberatore, invadeva Bruxelles e Strasburgo, faceva prima. E meglio.