Corriere della Sera, 12 giugno 2022
Emmanuelle Seigner ha detto no al marito Roman Polanski
mmanuelle Seigner è una sirena che sale scalza sul palco del Filming Italia Sardegna Festival, dove le consegnano un premio alla carriera, e sorprende la platea dribblando i cliché: «Mi piacciono la burrata e Padre Pio».
Strano accoppiamento.
«Non sai mai cosa dire in quelle circostanze. Però è vero, amo Padre Pio, ho cinque candele col suo viso nella mia stanza da letto, le accendo prima di addormentarmi. Me l’ha fatto scoprire una mia amica regista, Giovanna Gorassini, francese ma di padre italiano, con cui ho girato un corto musicale e abbiamo un bel progetto».
E il nuovo film di suo marito Roman Polanski?
«In The Palace non ci sarò. Ha un bel cast, ma il mio ruolo non mi piaceva tanto, e per la prima volta ho detto no a Roman. Ma lui è molto sensibile, ho dovuto dirglielo in modo delicato, non volevo ferirlo. Ci amiamo, ci ammiriamo, siamo complici, simili di carattere, abbiamo lo stesso umorismo dark. Ci siamo sposati perché lui lo voleva e il matrimonio ci ha regalato felicità. Mi piace la famiglia».
Cosa vi date l’un l’altro?
«Io penso di avergli dato pace e serenità, da lui ho imparato tanto, è impossibile annoiarsi. Tutto questo tempo è passato in un lampo».
E quella accusa di stupro negli Usa del 1977 che raggiunse suo marito?
«Non vorrei tornarci su, dico solo che poteva distruggerci invece ha rinsaldato la nostra unione. Tanti amici ci sono stati vicino. Ma vengo da due anni difficili, ho perso mio padre, mi sto occupando di mia madre…».
Quando vi siete conosciuti?
Amo Padre Pio, me l’ha fatto scoprire un’amica
Ho cinque candele con il viso del santo nella mia stanza da letto, le accendo la sera prima di addor-mentarmi
«Nel 1985, io avevo 19 anni, che corrispondono ai 30 di oggi. Non ero così bambina. La Francia era molto più libera di ora, stiamo diventando puritani come gli americani. Macron è bravo in economia e nelle relazioni ma è troppo orientato sul politically correct, che appiattisce la vita. Beati voi in Italia. Vorrei tornare a fare un film qui, Guadagnino, Sorrentino, Garrone, siete pieni di talenti».
Le è piaciuto il film in cui Tarantino rievoca il massacro di Sharon Tate, che era fresca sposa di Roman?
«Amo il coraggio di sua sorella, Debra Tate, che ha lottato per tenere Charles Manson in galera. Quando è morto è stato un sollievo. C’era una volta a... Hollywood è sicuramente un buon film, solo che l’ho trovato un po’ sessista. Il modo in cui Tarantino ritrae Sharon, carina e senza cervello, secondo me è alquanto riduttivo».
Lei non le manda a dire.
«Puoi essere il presidente della Repubblica e non ho timori, dico quello che penso. Da ragazza feci per Godard il film Detective. Mi voleva sempre nuda. Gli dissi: bye bye, tornerò sul set tra una settimana. Imparò a rispettarmi».
Che opinione si è fatta del movimento Me Too?
«Amo le donne, capisco che possono essere fragili e deboli, per noi ha migliorato tante cose, tuttavia ho l’impressione che limiti i discorsi, il confronto. Il mondo è diventato pericoloso».
Lei al cinema interpreta donne misteriose…
«Il contrario di come sono. Mi ritengo semplice, per niente complicata, e noiosa.Non ho mai sedotto nessuno, mai inseguito l’idea di avere tanti uomini. Per mia figlia Morgane il mio unico mistero è cosa preparo per cena. È regista, le piacciono i film paurosi».Vizio di famiglia, le diciamo. Sorride e se ne va.