la Repubblica, 12 giugno 2022
La tiktoker che ha ridato vita al Cubo di Rubik
Dieci secondi. È il tempo impiegato da Carolina Guidetti, 23 anni da Crevalcore, per risolvere il Cubo di Rubik. Ma è il meno. Sa comporlo mentre fa le flessioni, con gli occhi bendati, persino in sala operatoria. E non solo facce tutte dello stesso colore, si è inventata una sua personale versione del rompicapo per cui mette insieme per ogni lato il disegno di una bandiera. Diversa ogni volta. Poi va online. Su TikTok dove la seguono in 810 mila, su Instagram con 55 mila followers mentre su Youtube sono “solo” in 44 mila. Un’influencer del Cubo. «Tutto è iniziato cinque anni fa – racconta – frequentavo il Galvani, quarta superiore. Ero in treno con un mio compagno di classe che impiegava 25 secondi per risolverlo. Mi annoiavo, gli ho chiesto di provare. Lui mi ha detto: «Non ci riuscirai mai, è troppo complicato». Ho voluto imparare per ripicca. Dopo quattro mesi lo avevo eguagliato». E non si è più fermata.
«Ho scoperto che esiste un mondo, si chiama speedcubing, si organizzano gare e tornei in giro per l’Italia e fuori. Ci si misura con il Cubostandard, 3x3, ma pure quello 5x5, la mia specialità, per cui sono dodicesima in Italia, la prima tra le ragazze. E si fanno pure gare bendate, anche più cubi alla volta, che significa memorizzare perfettamente il punto di partenza».
Complice il lockdown, ha iniziato a postare i primi video sui social riscuotendo un successo immediato. «Come tutti, per cominciare avevo seguito i tutorial su Youtube, in italiano c’era poco, così ho provato a pubblicare contenuti miei. Dopo un mese avevo 150mila follower». Nel frattempo il gioco inventato nel 1974 dallo scultore ungherese Ern? Rubik e commercializzato nei primi anni 80 è tornato di moda, specie tra i giovanissimi. «Cinque anni fa era considerato un hobby da nerd, anche per questo volevo trasmettere la mia passione, mostrare che si tratta di un’attività utile a sviluppare logica e intuito. Divertendosi».
Nel suo caso è diventato anche un lavoro, tanto da averle fatto accantonare gli studi in Genomics all’Unibo (i genitori per ora glielo consentono) per fare l’influencer a tempo pieno. «Con le gare non ci campi, con i social sì. Si guadagna dal numero di visualizzazioni e dalle sponsorizzazioni. Però mi occupa l’intera giornata tra scrivere, girare il video, pensare al contenuto. A questo vanno aggiunte due ore al giorno di allenamento con il Cubo per prepararmi agli europei che si tengono a Copenhagen dal 14 al 17 luglio. Il primo anno ho finito in pari con gli esami, adesso ho deciso di prendermi una pausa dall’università per Rubik».
È per TikTok che si è inventata il Cubo con le bandiere. Inglese, somala, canadese. «C’è un filtro che genera in automatico una bandiera, io la riproduco con il cubo 17x17. Ci metto da cinque a quindici minuti a seconda della difficoltà. E i post piacciono moltissimo, ho una media di 30 milioni di visualizzazioni a bandiera. Il record quella dell’Ucraina, dopo l’invasione, con 34 milioni».
Con piccoli cubi si diletta a comporre mosaici, con personaggi come Topolino a Homer Simpson, ma spopolano pure i video in cui si cimenta nell’impresa in palestra, concentrata negli squat o appesa a una spalliera. Il segreto? «Conta la velocità delle mani e la capacità di pianificare le mosse. Come negli scacchi. Mentre ne esegui una devi avere già in mente le dieci successive e naturalmente meno sono meglio è». Il suo sogno sarebbe quello di insegnarlo a scuola.«Aiuta a sviluppare le competenze logiche e la memoria muscolare. Ed è un antidoto perfetto ai videogiochi».