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 2022  giugno 12 Domenica calendario

L’ambasciata russa ha pagato il biglietto aereo a Salvini

Mentre il governo italiano era in prima fila in Europa per sanzionare economicamente Putin, l’ambasciata russa a Roma pagava i biglietti aerei a Matteo Salvini, segretario della Lega, per la sua missione a Mosca. «In quanto il viaggio poi non è avvenuto per motivi ben noti, alla fine c’è stato restituito l’equivalente della cifra spesa per l’acquisto dei ticket in euro»: le parole sono della portavoce dell’ambasciata, e sono il principio di un grande problema politico per la Lega. E dunque per il nostro governo.
Pochi minuti dopo la nota ufficiale con la quale Mosca conferma le indiscrezioni pubblicate giovedì da “La Verità”, Pd e Movimento 5 Stelle chiedono immediatamente conto a Salvini di quello che era accaduto in questo «viaggio Papeete-Mosca», per usare le parole del senatore grillino Gianluca Castaldi. La risposta non tarda: «Tutto trasparente», afferma Salvini che sottolinea come la somma versata dall’ambasciata sia stata rimborsata: «Le spese per il possibile viaggio aereo sono state interamente pagate dalla Lega. Nessun biglietto omaggio del Cremlino, quindi, e nessun viaggio pagato da Mosca. Lavoro per la pace alla luce del sole».
La questione in realtà è delicatissima. E a spiegarlo è proprio l’ambasciata nella sua nota. «Il viaggio di Salvini era programmato per il 29», dice l’ambasciata. Pochi giorni prima, fra giovedì e venerdì, sono stati bloccati, e dunque pagati dai russi, i voli per tre persone: Salvini, il consulente Antonio Capuano e un accompagnatore ufficiale. «Poiché, a causa delle sanzioni dell’Unione europea – scrive ancora l’ambasciata – sono stati sospesi i voli diretti, si è reso necessario per la delegazione italiana l’acquisto di biglietti aerei per un volo Aeroflot da Instanbul a Mosca. A causa delle sanzioni in vigore nei confronti della compagnia, è difficoltoso acquistare i biglietti. E per questo l’Ambasciata ha assistito Salvini e le persone che lo accompagnavano nell’acquisto dei biglietti di cui avevano bisogno in rubli tramite un’agenzia di viaggi russa».
Dice l’ambasciata che è stato un supporto tecnico. E che la Lega non ha visto nulla di strano che a pagare quei biglietti fosse nei fatti un Paese sotto sanzioni dell’Unione europea. E contro il quale il governo italiano, nella cui maggioranza c’è anche la Lega, era in prima fila nella caccia ai capitali sotto sanzione. «Era solo un anticipo, quei soldi sono stati restituiti pochi giorni dopo l’acquisto», fanno sapere della Lega. Spiegando quindi che il viaggio del leader – del quale però nessuno nel governo era a conoscenza – era a spese del partito. Ma il punto è un altro: leggendo la nota dell’ambasciata i russi sembrano dire altro. «In quanto il viaggio di Matteo Salvini a Mosca non è avvenuto per motivi ben noti, alla fine ci è stato restituito l’equivalente della cifra spesa per l’acquisto dei biglietti aerei in euro (con rispettivi documenti comprovanti)», scrivono. Come dire che la restituzione è avvenuta soltantoperché poi il viaggio non c’è stato. Sembra l’ennesimo giallo. In serata, dopo un contatto con lo staff di Salvini, l’ambasciata è costretta a precisare di nuovo: «Il partito avrebbe saldato in ogni caso il viaggio e non perché è stato annullato».
Fatto sta che a gestire il tutto in ambasciata – «le speculazioni sui nomi sono assolutamente inadeguate», hanno detto ieri i russi – è stato Oleg Kostyukov, primo segretario. Non un diplomatico puro. Ma anche uomo dell’intelligence, come spesso accade ai funzionari di Mosca all’estero.E nel caso di Kostyukov anche qualcosa di più: un figlio d’arte. Suo padre sarebbe infatti Igor Kostyukov, il direttore del Gru, il servizio militare russo, uno degli uomini più vicini a Vladimir Putin.