Corriere della Sera, 11 giugno 2022
Matrimonio a porte chiuse per Britney Spears
Ci è stata sposata, a Las Vegas, per 55 non lucidissime ore nel 2004, poi l’annullamento. Ma l’ex marito Jason Alexander, come un simbolo del folle passato che non la molla mai, giovedì pomeriggio ha tentato di fare irruzione alle nozze di Britney Spears, a Los Angeles, dicendosi «determinato a rovinare tutto» in un video su Instagram; ed è stato arrestato. Giovedì, a Los Angeles la popstar Britney Spears, 40 anni, e il personal trainer Sam Ashgari, 28, si sono sposati: un matrimonio che ha coronato cinque anni di fidanzamento e ha soprattutto sancito la fine, sette mesi fa, della tutela paterna a cui la star era sottoposta, e che proibiva gravidanze e matrimoni.
Cerimonia a porte chiuse, cellulari consegnati all’entrata, sessanta invitati di prima scelta: Paris Hilton, Madonna, Drew Barrymore, Selena Gomez tra le star che negli ultimi anni hanno preso posizione a favore della sposa nella battaglia legale col padre; assente appunto il padre, Jamie Spears, che non l’ha accompagnata all’altare dove è andata da sola; e i due figli adolescenti Sean Preston e Jayden James, tenuti a casa dal ballerino Kevin Federline, secondo marito di Britney.
La cerimonia è stata a porte chiuse, come promesso su Instagram: Britney aveva pubblicato un anulare inanellato alzato come un dito medio, annunciando «non ne saprete nulla», e così è stato. Le foto degli sposi, divulgate poi da loro stessi, mostrano la cantante avvolta in un modello dalle spalle scese e dal profondo spacco disegnato dall’amica Donatella Versace, presente. L’irruzione dell’ex è stato l’unico incidente di percorso in una festa altrimenti perfetta: colonna sonora di Elvis Presley, pareti di rose, tre cambi d’abito per la sposa e numerosi selfie con le invitate più illustri, gran finale verso le 23.30 sulla Rolls Royce bianca di rito, ornata con il cartello «Just Married».
Uno scenario rassicurante per i molti fan della star, e ben diverso dai video che Britney Spears pubblica su Instagram regolarmente – e, non meno strano, personalmente, in un’epoca in cui star di ben minor calibro hanno squadre di curatori per i loro social. Seguono quasi tutti lo stesso copione: Britney in salotto, pochissimo vestita, fa mosse di ballo sempre più sconnesse, con espressioni sempre più assenti, mosse sexy sempre più audaci ma quasi meccaniche. E poi selfie nudi, didascalie incoerenti, messaggi ostili come quelli indirizzati a gennaio alla sorella Jamie Lynn, che l’ha «abbandonata».
Pochi segni, insomma, del ritrovato equilibrio mentale che ha permesso ai giudici, sette mesi fa, di disporre la «libertà» di Britney.
La battaglia legale tra Britney Spears e suo padre è durata quasi tredici anni: il padre Jamie aveva il controllo del suo patrimonio – 60 milioni di dollari – anche nelle spese più minute da quando, nel 2008, Britney si era scagliata contro un paparazzo dopo mesi di crolli nervosi, il cui emblema è la scena di lei che con sguardo impazzito si rasò la testa di fronte ai fotografi.
Allora i media furono impietosi: le foto della follia di Britney erano dappertutto, e non c’era intervista a celebrity che non comprendesse una domanda sul suo tracollo, tanto che recentemente si sono scusati con lei, tra gli altri, Justin Timberlake e Janet Jackson, Chiara Ferragni e Courtney Love, il magazine Glamour e il sito di gossip Perez Hilton, e molti altri. Anche per questo, forse, oggi nessun articolo nemmeno sui tabloid più maligni azzarda un commento su quel che traspare della vita della popstar, dalle foto nude all’assalto dell’ex marito. Ma sta davvero meglio Britney Spears?