la Repubblica, 11 giugno 2022
Mancano operai: per la banda larga ecco i carcerati
Ora ci sono i permessi e il 18 giugno verranno assegnati i bandi del Pnrr per l’Italia a un giga, ma per fare la rete in fibra manca la mano d’opera. Mario Rossetti che da 6 mesi guida Open Fiber si è messo a correre, vincendo le gare, siglando un accordo commerciale con Tim e una lettera d’intenti per unire la rete con la rivale, ma non trova il personale per scavare le canaline per la fibra. E così ha aguzzato l’ingegno, siglando un’alleanza con Aspi e assumendo direttamente personale, visto che può investire fino a 11 miliardi, quasi tre volte tanto i 4 miliardi spesi finora per cablare 14 milioni di case. Infine Rossetti sta trattando con i ministeri compententi per reinserire nei suoi cantieri i detenuti della carceri italiane. Si è partiti da quello di Bollate a Milano, con 4 detenuti, ma le ambizioni di Open Fiber sono più grandi: per i lavori che ha pianificato servono almeno 3.400 addetti. Peccato che solo 1,8 milioni delle sue linee (il 13% del totale) siano funzionanti e con la recessione alle porte è difficile immaginare che gli italiani spenderanno di più per passare dal rame alla fibra. Senza contare che anche le tariffe, con l’inflazione che corre, sono previste in rialzo.