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 2022  giugno 11 Sabato calendario

Miracolo a Roma: 200 netturbini guariti in una notte

Passavano le giornate in ufficio, piazzati comodamente davanti al computer, grazie a vecchi certificati di inidoneità alle attività lavorative più faticose. Ma, dopo la batteria di visite ordinate dal nuovo management di Ama, 200 impiegati torneranno in strada. Fuori, all’aria aperta, a controllare i cassonetti. Accade a Roma, capitale che esplode di rifiuti e che mai si sarebbe aspettata di assistere alla miracolosa guarigione di gruppo di un intero squadrone di netturbini. Da un giorno all’altro improvvisamente abili e arruolabili, di nuovo a disposizione della partecipatadel Campidoglio.Una magia destinata a finire sulla scrivania dei magistrati della procura capitolina: il Codacons ha presentato una denuncia per falso e truffa contro i malati immaginari dell’azienda municipalizzata. E chiede di indagare anche sui medici che hanno firmato i certificati di inidoneità ora invalidati dall’azienda.
Tanto più alla luce dell’operazione verità lanciata dal vicedirettore generale di Ama, Emiliano Limiti. Aprendo i cassetti della direzione del Personale, il manager ha trovato letteralmente di tutto. Nei certificati medici conservati nei faldoni della partecipata ci sono netturbini che non possono esporsi a «deambulazione protratta». E colleghi che, per evitare qualsiasi equivoco, hanno deciso di tagliare corto. Sui documenti sanitari che li riguardano si legge così: «Non adibire alla spazzatura». Come se la missione numero uno di Ama non fosse svuotare i cassonetti dai rifiuti. Nella galleria degli orrori ci sono anche dipendenti che chiedono ramazze con impugnature disegnate ad hoc, impiegati che non possono sollevare più di dieci chili sopra il livello delle spalle o possono lavorare «solo con l’arto superiore destro». Un disastro a cui i nuovi manager, subentrati ai predecessori nel cambio deciso dall’amministrazione del sindaco Roberto Gualtieri, hanno risposto con una stretta sui controlli. I numeri ereditati dalla gestione grillina d’altronde erano impietosi. Impossibile non intervenire se su 7.146 dipendenti ci sono 1.612 inidonei parziali e 332 inidonei completi. Difficile tenere pulita la città se oltre un quarto del personale è inutilizzabile per le mansioni più dure.
Sotto, allora, con le nuove visite di idoneità. A maggio ne sono state effettuate 3.906 e sono saltate fuori le prime 200 magiche guarigioni con l’annullamento di altrettanti certificati ormai obsoleti, non corrispondenti alla realtà. Entro luglio sarà recuperato il gap lasciato in eredità dalla vecchia dirigenza e saranno effettuate le visite anche sui primi 400 assunti previsti dal piano straordinario estivo voluto dal primo cittadino. Insomma, Ama ha deciso di accelerare sui controlli. Perché nel 2020, causa Covid, sono stati effettuati solo 1.500 accertamenti sugli inidonei. Il problema è che in azienda si è registrato lo stesso numero di visite anche nel 2021, quando la pandemia aveva già allentato la sua morsa. Quando poteva recuperare, l’azienda si è improvvisamente fermata.
Lo stop è costato all’ex direttore del Personale, Marcello Bro nzetti, il licenziamento. Così si legge nelle contestazioni firmate dal nuovo management al dirigente in auge in era Raggi: «Il mancato o ritardato espletamento delle visite preventive, periodiche, per il rientro dopo 60 giorni di assenza per malattia o infortunio, delle visite straordinarie, di controllo e per cambio mansione tanto che allo stato risultano ancora ritardati od omessi adempimenti e relativi giudizi di idoneità per oltre 4.500 dipendenti». Un caso che, lamenta Ama, potrebbe aver esposto la municipalizzata «a potenziali (gravissimi) danni in termini economici e di immagine in caso di sanzioni (anche di natura penale) o infortuni sul lavoro».
Adesso c’è l’accelerazione impressadal nuovo corso. L’azienda ha appena salutato l’amministratore unico Angelo Piazza, ex ministro della Funzione pubblica. Al suo posto, da Invitalia, arriverà Daniele Pace. Si troverà a lavorare con i tecnici di Ama impegnati nella caccia a falsi inidonei. L’obiettivo è recuperarli per tirarli fuori dagli uffici e piazzarli almeno nelle portinerie. Se non direttamente in strada, a raccogliere immondizia o a controllare i cassonetti di Roma per provare a sanare la virulentissimapiaga dei rifiuti.