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 2022  giugno 11 Sabato calendario

Liliana Segue spiega perché ha invitato Chiara Ferragni

È stanca la senatrice a vita Liliana Segre dopo il tour de force di giovedì, giornata iniziata con l’incontro privato a casa sua a Milano con Chiara Ferragni, per poi andare dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, che l’attendeva al Memoriale della Shoah.
Senatrice, come è andata con Chiara Ferragni?
«È stato tutto molto cordiale, non mi sbagliavo quando ho immaginato che fosse una donna intelligente e sensibile all’impegno civile. C’è stata troppa pubblicità dopo che l’ho invitata a visitare con me il Memoriale della Shoah di Milano, un’idea che mi è venuta senza nemmeno essermi confrontata con la mia famiglia. Poi ne ho parlato con i miei nipoti e con i ragazzi della scorta, che ormai fanno parte della famiglia. Sapevo che la signora Ferragni fa un lavoro molto importante, legato alla moda, ma so che tiene anche all’impegno sociale, assieme a suo marito Fedez. Sono contenta che abbia risposto al mio appello e che mi sia venuta a trovare a casa. Presto andremo assieme al Memoriale».
Era la prima volta che vi vedevate di persona?
«C’eravamo sentite al telefono. Visto il clamore suscitato dalla mia proposta, abbiamo preferito tenere riservato l’appuntamento che avevamo preso, non l’ho detto nemmeno ai miei figli. Chiara è arrivata alle 9.30, ci siamo messe in salotto a chiacchierare. Io avevo un’oretta, perché poi dovevo andare al convegno sull’odio con la ministra Lamorgese. Ho tenuto il riserbo fino a quando lei ha pubblicato la foto sui suoi canali social».
Di che avete parlato?
«Le ho raccontato che cos’è il Memoriale della Shoah e per quale motivo io ho voluto che fosse scritta la parola “indifferenza” all’ingresso.
Le ho anche detto la mia preoccupazione che quel luogo non sia abbastanza conosciuto. La Memoria va tramandata, penso soprattutto a quando non ci saranno più testimoni. Molti ci hanno lasciati, io ormai sono arrivata quasi ai 92 anni. Sono ancora vittima dell’odio, specie in rete. I leoni da tastiera sono moltoaccaniti contro questa donna ormai anziana, che evidentemente ritengono “pericolosa”. Per questo è importante il mio dialogo con una donna come Chiara Ferragni, che può aiutare ad affrontare questi temi anche con i giovani che la seguono sui social.
Chi meglio di lei?».
Per questo puntavaproprio su di lei, influencer da 27milioni di follower?
«A me preme che siano i giovani a fare vivere la Memoria di quel che è stato, la condanna per milioni di persone che avevano la sola colpa di esser nati. E Chiara parla con i giovani. Ho saputo che la stavano già cercando dopo che era andata agli Uffizi di Firenze, cosa che aveva portato un notevole aumento delle visite da parte dei ragazzi. Quando lei verrà a fare questa esperienza con me al Memoriale, lo conosceranno tante persone che oggi lo ignorano, come i turisti o i passeggeri della stazione. Gli studenti arrivano perché li portano iprofessori in gita scolastica. A me piacerebbe che venissero spontaneamente. Chiara Ferragni serve alla causa. Capite, io sono anziana, quando la mia voce non ci sarà più, dovranno essere i ragazzi a ricordare e tramandare».
Chiara ha scritto nel suo post di essere rimasta “molto colpita” dalla sua storia e dal suo impegno.
«Era proprio contenta di conoscermi e di accettare l’invito a visitare con me il Memoriale».
Quando andrete?
«La data non è ancora stata fissata.
Nei prossimi giorni ho diversi impegni istituzionali sia a Roma per la Commissione parlamentare contro le discriminazioni, sia per l’inaugurazione della nuova sede del Cdec, il Centro di documentazione ebraica contemporanea, all’interno del Memoriale. Anche lei ha molti impegni. Di sicuro faremo la visita in incognito. E solo a cose fatte, se ne avrà notizia».
Che cosa le racconterà quelgiorno, quando andrete assieme al Binario 21, da dove lei partì verso Auschwitz?
«Sono tanti anni che vado lì e ogni volta per me si rinnova un ricordo doloroso, anche se adesso tutte le mie emozioni sono diverse rispetto all’inizio, quando abbiamo scoperto quel luogo assieme agli storici del Cdec Liliana Picciotto e Marcello Pezzetti. L’ho raccontato anche nel cortometraggio di Ruggero Gabbai che verrà presentato in questi giorni al Memoriale. Io non sono più la bambina di 13 anni che parte inconsapevole, per mano al padre.
Ho passato tanti anni a testimoniare la mia storia, nelle scuole e in tutte le sedi possibili. Ora sono stanca, ogni volta che torno lì le emozioni sono forti. Non posso dimenticare nulla. A Chiara Ferragni racconterò questo.
E le parlerò ancora del mio impegno perché tutto quel che ho visto io non accada mai più, perché l’indifferenza venga cancellata».