la Repubblica, 9 giugno 2022
Se il designer fa lo chef
Fino a domenica in Fiera a Rho con il Salone del mobile di Milano c’è anche l’esposizione Eurocucina, che mette in mostra tutte le novità di questo settore. Abbiamo chiesto a chi le cucine non solo le disegna, ma anche le vive e le usa, quali sono gli aspetti più importanti nella progettazione di questo ambiente e del suo arredamento.
«Arrivare a casa e “mettere le gambe sotto il tavolo”? Per me si tratta, semplicemente, di un’esperienza mancata», ci spiega l’architetto Rodolfo Dordoni (rodolfodordoni. it), appassionato di cucina, buongustaio e progettista, fra gli altri, per Ernestomeda e Roda. «Per me è fondamentale che la cucina sia, come si diceva un tempo, “abitabile”, e cioè che ci si possa mangiare con la famiglia e con gli amici. Non solo, il rito della preparazione e tutto ciò che comporta, compresi gli imprevisti, i ritardi nella cottura delle pietanze o gli ospiti che arrivano in anticipo, è per me un momento da condividere. E un aperitivo insieme, fatto in cucina, aiuta a entrare mentalmente e fisicamente in questo stato d’animo conviviale» continua Dordoni, che aggiunge, «per quanto riguarda la mia cucina, è al 70 per cento aperta: non ho fobia della polvere o l’ansia di dover nascondere tutto. Anzi, le mie preferite sono quelle professionali, dove tutto ciò che si usa è a vista, ciotole, strumenti, pentole. Alla fine non credo in quella distinzione che si fa normalmente tra prodotto d’uso eprodotto di portata: per me una bella pentola ha il diritto di essere messa in mezzo alla tavola, proprio come piatti e bicchieri».
Ma sapersi destreggiare ai fornelli influenza davvero il lavoro di un progettista di una cucina? «Potrei risponderle con una provocazione», scherza l’architetto Piero Lissoni (lissoniandpartners.com), «se con l’esperienza da chef posso progettare meglio una cucina, allora per disegnare bene un letto cosa possiamo immaginare che dovrei saper fare?». Di fatto, l’ispirazione viene dal mondo della cucina professionale anche per Lissoni, progettista per Boffi della Case 5.0, un sistema nato nel 2002 e aggiornato, con innovazioni tecnologiche ed evoluzioni in tecniche, materiali e design, nella nuova versione del 2022.
«Chiunque oggi, fra trasmissioni, lezioni e tutorial on line, può arrivare a cucinare tecnicamente come uno chef», continua Lissoni, «ma non basta: le cucine vanno disegnate infatti con una sensibilità specifica, quella per il movimento del corpo. Per questo le cucine che progetto sono orizzontali: non devi mai sollevare gli oggetti, e sono studiate per poter svolgere, come accade nei ristoranti, le funzioni in sequenza. Mentre in una zona si preparano le materie prime, in un’altra si trasformano, e un’altra ancora è pronta per essere pulita dopo essere stata usata. Perché pulizia e ordine sono, in questo campo, la base per un ottimo risultato». La “firma” di Lissoni? «Mi piacciono le cucine con isola o penisola. Anche se lo spazio è limitato, trovo che la cucina stiabene al centro di questo. Diventando, con chi la utilizza, ancora più protagonista». Ma c’è anche chi ama cucinare senza persone intorno, come l’architetto Ferruccio Laviani (laviani.com), designer, per esempio, per Dada: «Mi piace molto che la gente sia a tavola, ma mentre cucino mi distrae, voglio essere più concentrato. La cucina è bello “farla” e visto che sono tanti i modi di viverla, è giusto che ognuno possa personalizzare lo spazio che le è destinato. Per esempio oggi mi pare si siano affermate due sue “anime”: una più professionale e una di un ambiente da vivere non necessariamente in modo legato al cibo. I progetti vincenti? Sono versatili, e sanno coniugare questi due aspetti che non si escludono a vicenda».
È d’accordo anche l’architetto e industrial designer Giuseppe Bavuso (bavuso-design.com), art director per Ernestomeda, che ci spiega: «Da una parte è cresciuto l’interesse per il food, che ha portato anche i semplici appassionati a volere attrezzature tecniche sempre più evolute e vicine a quelle professionali. Dall’altra, la cucina è un luogo da vivere, conviviale, dove si discute di ricette, di cibo, di esperienze. Così i materiali e le finiture, seppur ad altissime prestazioni, oggi sono eleganti, raffinati e in continuità, fisica ed estetica, con quelli del living. I mesi difficili che ci siamo lasciati alle spalle hanno confermato e accelerato un’evoluzione: oggi la cucina è diventata l’ambiente centrale della casa». O forse, dovremmo dire, ri-diventata.