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 2022  giugno 09 Giovedì calendario

Il Labour discute di «donne con il pene»

Mentre Boris Johnson è sotto assedio dei suoi stessi deputati conservatori che lo vogliono cacciare, il Labour è precipitato in uno psicodramma: le donne possono avere il pene, oppure no? È il dilemma quasi shakespeariano che affligge da settimane il partito di Sir Keir Starmer. Che, vista la storia laburista in favore di diritti ed emancipazione, certo deve differenziarsi dai tradizionalisti come Johnson e i tories, per cui conta solo la chiave biologica: pene uguale uomo, vagina uguale donna.
Ma i laburisti, che con Starmer tra l’altro vogliono conquistare i conservatori delusi da Johnson, damesi non riescono a trovare la quadra, a conferma di quanto sia complesso e spinoso il tema. Ne sa qualcosa la celebre scrittrice e “madre” di Harry Potter, JK Rowling. Secondo la romanziera, le rivendicazioni trans che equiparano gender e sesso biologico starebbero danneggiando la causa femminista delle donne. Per questo si è beccata insulti e minacce di morte da quegli attivisti transgender che la chiamano “Terf”: ovvero “transgender-exclusionary radical feminist”. Tradotto:una femminista che esclude, o che odia, le donne trans.
Ora Starmer, dopo settimane di esitazioni, silenzi e pressioni da parte della comunità trans, ha ceduto su un punto: «Sì, c’è una minoranza di donne che può avere il pene e che non si identifica nel proprio sesso biologico», ha ammesso ieri il leader laburista alla radio “Lbc”, «ma il 99,99% delle donne considera la questione dal punto di vista biologico e dunque hanno il diritto di sentirsi protette nei luoghi comuni, come bagni e palestre».
Insomma, per la prima volta Starmer concede che, nell’ambito del genere, una persona con un pene possa definirsi donna. Ma resta una risposta vaga, che sottintende il dibattito in un partito che non riesce a prendere una posizione netta su un tema polarizzante come l’incrocio tra la questione di genere, il femminismo e il significato di “essere donna”. Lo si è visto di recente, per esempio, anche nelle polemiche riguardo alla nuotatrice trans americana Lia Thomas. L’Inghilterra, invece, ha vietato alla ciclista transgender Emily Bridges di gareggiare con le donne.
Ma torniamo al Labour. Le posizioni avverse, e apparentemente inconciliabili, sulla questione del gender sono incarnate al momento da due influenti donne del partito. Una è Stella Creasy, 45 anni, parlamentare londinese di Walthamstow, che nei mesi scorsi ha fatto parlare di sé per aver allattato il suo bimbo in aula. Secondo Creasy, sono donne tutti gli individui che sisentono e si definiscono tali: «Certo che le donne possono avere il pene! », ha sentenziato, per poi sferrare un attacco a JK Rowling: «È una cattiva femminista». Di tutt’altro avviso, la sua 44enne collega laburista a Westminster e ministra delle Finanze “ombra”, Anneliese Dodds: «No, non sono d’accordo con Stella. Per me le donne non possono avere il pene. Certo, ci sono persone che hanno cambiato genere. Ma il genere non coincide con il sesso biologico».