la Repubblica, 9 giugno 2022
Rai, passano in Cda le nomine di Fuortes
Il Cda dei musi lunghi finisce come doveva. Nonostante le tensioni, passano a larga maggioranza le nomine proposte dall’ad Carlo Fuortes. Il quale, dopo l’improvvisa rimozione di Mario Orfeo dalla direzione Approfondimenti, aveva incontrato i consiglieri per scusarsi di non averli avvisati prima.
Insediato al vertice Rai in virtù della fama da risanatore, contestato dai partiti che a dispetto dei proclami la fanno ancora da padroni nella Tv di Stato, l’ex soprintendente dell’Opera di Roma è riuscito a superare la sua prova più dura. Alla fine solo il rappresentante dei dipendenti Riccardo Laganà e l’avvocato Alessandro di Majo, in quota 5S, hanno detto no. Tutti gli altri, dal Pd a FI, hanno dato via libera al valzer deciso a poche ore dall’avvio del piano industriale. Orfeo torna dunque a guidare il Tg3, sostituito agli Approfondimenti da Antonio Di Bella che lascia il Day-time a Simona Sala.
Un riassetto accompagnato da alcune critiche, in particolare dalla consigliera di rito dem Francesca Bria, che ha giustificato il suo sì in ragione del «momento delicato» che sta attraversando l’azienda, giudicando la revoca di Orfeo «sbagliata nel metodo oltre che intempestiva ». Ancora più severo il grillino Di Majo che pur non avendo alcun «dubbio sulle capacità professionali delle persone designate », ha puntato pure lui il dito contro «modalità e metodo» che «non fanno emergere motivazioni editoriali in linea con le finalità del servizio pubblico». Quasi sempre zitto è invece rimasto il leghista Igor De Biasio, che a un certo punto ha preso le difese di Fuortes: «Per noi il problema non esiste, né nel merito né nel metodo: i direttori dei Generi si nominano, si testano e poi se non vanno bene si cambiano».
Un vistosa virata nei confronti dell’ad che, stando ai rumors, affonderebbe le radici nella scelta totalmente condivisa di far fuori Orfeo. L’ormai ex capo degli Approfondimenti avrebbe infatti voluto non solo contenere le presenze filo-putiniste in alcuni talk come Cartabianca , ma anche attenuare il monopolio sovranista su Rai2. Proponendo di affidare la prima serata del giovedì a una conduttrice come Ilaria D’Amico. Secondo i piani, l’ex volto di Sky avrebbe dovuto prendere le redini di un nuovo programma stile Nemo , animato da una giuria composta da giornalisti d’area, anche di destra (come Alessandro Giuli). Ebbene, entrambi i propositi di Orfeo sono caduti con la sua defenestrazione.
Cartabianca non si tocca. E al posto della D’Amico, che aveva già incontrato Fuortes per discutere del programma, potrebbe ora arrivare Annalisa Chirico oppure Monica Setta (che in Rai presenta Uno mattina in famiglia ), entrambe in buoni rapporti con Matteo Salvini.
Un domino non ancora definito, restando da chiarire il ruolo tutt’altro che secondario di Francesco Giorgino: in rotta con la direttrice del Tg1 Monica Maggioni di cui è vice, il mezzobusto dovrebbe andare a condurre la seconda serata del lunedì su Rai1, che Orfeo aveva però ipotecato per il crime condotto dal magistrato-scrittore Giancarlo De Cataldo. Anche lui, al momento, finito in stand-by. Mentre Francesco Primozich, altro gradito alla Lega, verrebbe promosso dalla vicedirezione del Tg2 a quella del primo notiziario nazionale.
Contattato da alcuni consiglieri preoccupati per quella che considerano «un’indecente partita di giro», Fuortes ha smentito il turn-over di conduttori. Sui quali però rimane il mistero, visto che nei palinsesti dati in visione al Cda lo spazio dedicato agli approfondimenti è stato lasciato in bianco. «Problemi legali dovuti al fatto che Orfeo non li aveva presentati ufficialmente », ha spiegato l’ad. Se ne saprà di più il 15 giugno, quando in Consiglio è prevista l’audizione dei direttori di Genere. Il giorno in cui l’arcano sui nuovi talk e relativi anchor verrà finalmente svelato.