il Fatto Quotidiano, 8 giugno 2022
Il comizio di Meloni e Salvini
Per dare una parvenza di unità, Matteo Salvini ha deciso di rincorrere Giorgia Meloni. Dopo uno scambio di messaggi tra i due, il leader della Lega ha deciso di cambiare l’agenda della sua campagna elettorale: questa sera farà un comizio a Monza e poi, in tutta fretta, si sposterà di 150 chilometri per salire sul palco assieme a Meloni a Verona. Con loro, all’ora di cena, ci saranno anche Antonio De Poli (Udc), Luigi Brugnaro (Coraggio Italia), il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e il candidato sindaco di Verona, Federico Sboarina, di Fratelli d’Italia. Non ci saranno invece esponenti di Forza Italia, che sostiene Flavio Tosi insieme a Italia Viva. È stato il segretario della Lega a chiedere a Meloni di fare il comizio insieme, già previsto nell’agenda della leader di FdI. Martedì i due avevano litigato sui cinque comuni su 26 dove il centrodestra corre diviso. “A Parma FdI favorisce il centrosinistra”, ha detto Salvini ottenendo la risposta piccata di Meloni: “Una lettura distorta delle cose, serve prudenza”.
Ieri i toni si sono fatti più distesi in vista di stasera: “Domani (oggi, ndr) saremo assieme a Verona – ha detto Salvini – l’ho voluto io: quando c’è da sostenere un amico della squadra alleata io mi faccio anche 500 chilometri”. Meloni, invece, pur abbassando i toni (“lasciamo perdere le polemiche, lavoriamo per la vittoria”), usa toni meno concilianti: “La tesi di Salvini secondo cui saremmo noi a favorire il centrosinistra è insostenibile – attacca al Tg3 – altrimenti io dovrei dire che Salvini ostacola la vittoria del centrodestra a Messina, dove ha preferito il candidato di De Luca”. Dietro questa parvenza di unità, però, si cela una spaccatura profonda. La location del comizio di stasera non è casuale perché proprio qui Lega e FdI a Verona si giocano tutto: Meloni ne uscirebbe fortemente ammaccata in caso di sconfitta del suo sindaco Federico Sboarina, Salvini invece non potrebbe accettare il colpaccio del suo ex collega di partito Tosi e deve dimostrare che al nord il Carroccio domina ancora.
A livello nazionale, però, il leader della Lega rischia di uscire ammaccato dalle amministrative: in caso di vittoria di Sboarina a Verona e Biondi a L’Aquila il successo sarebbe attribuito a FdI mentre Salvini non potrebbe intestarsi nemmeno le probabili vittorie di Bucci a Genova e Lagalla a Palermo, essendo entrambi civici (oltre al probabile flop del referendum sulla giustizia). Il rischio per il leghista è anche il sorpasso di FdI nel voto di lista al nord, scenario che terrorizza via Bellerio. Un risultato che produrrebbe due effetti. In primo luogo, Meloni si intesterebbe la leadership del centrodestra in vista delle Politiche del 2023 trattando da una posizione di forza chiedendo il 50% dei collegi uninominali alle prossime elezioni. Una sconfitta pesante per Salvini avrebbe ricadute anche nella Lega: Giorgetti e i governatori sarebbero pronti a “commissariare” il segretario sulla formazione delle liste e sulla linea dei prossimi mesi, spiegano due fonti.