ItaliaOggi, 8 giugno 2022
Le novelle di Albertazzi
Villa dei nonni, fine giugno 1955. «Irma», sbraita nonno Giovanni, «si cena un po’ prima del solito stasera, c’e’ un programma alla Tv che non voglio perdere». Finito l’anno scolastico, mi trasferivo dai nonni per le lunghe vacanze estive. Mi stupì l’interesse del nonno per la neonata Tv, lui amava tanto la radio. Doveva esserci qualcosa di speciale. Sullo schermo, «Appuntamento con la novella». Un titolo d’altri tempi.
Poi quella voce, metallica, concisa, con brevi pause e affilate scansioni a interpretare, recitare più che raccontare il «manoscritto in una bottiglia» di Edgar Poe, tutto in tempo presente, tutto che ti entrava dentro. Poi la faccia, bella, educata e sfacciata, tanto da strappare un sospiro anche a nonna Irma, «che bel fieu» e un brontolio a nonno Giovanni, «questo Giorgio Albertazzi bisogna andare a sentirlo a teatro». Come sempre, il nonno vedeva lontano.
Leggendo nel suo modo seducente, avvenente, provocante i piu’ celebri racconti della letteratura, ci mise poco Albertazzi a conquistare il piccolo schermo, facendo girare la testa a donne e uomini, fino a Luchino Visconti, al quale mai si concesse. Protagonista di uno dei primi fenomeni mediatici del dopoguerra, il suo successo fu tale che, alla Scala di Milano, l’inizio della Cavalleria Rusticana di Mascagni, tratta dalla novella di Giovanni Verga, fu ritardato di mezz’ora per consentire al pubblico di vedere, su un grande schermo all’entrata, l’Appuntamento con la Novella di quella sera, con Albertazzi a recitare da par suo la novella del Verga.
Destinato al Teatro e al cinema, Albertazzi cavalcò il successo senza paura. Le macchie del 1944 come ufficiale di Salò gli pocurarono critiche, ma anche un fascino oscuro. Lui diceva soltanto: «Non ho voltato gabbana». Nel 1961 Albertazzi fu l’inquietante protagonista di L’Anno scorso a Marienbad, Leone d’oro a Venezia, un trionfo a New York, Albertazzi recitava in francese senza doppiaggio.
Ma fu il teatro, Shakespeare soprattutto, a dargli le più grandi soddisfazioni, nel ventennio di unione artistica e umana con Anna Proclemer. Grandissimo nelle Memorie di Adriano, l’incontro fatale con la vecchiaia non lo trovò impreparato, ma spavaldo e curioso. Cacciatore della bellezza e della sensualità, lui vecchio interprete trascinava sulla scena giovani partner compagne di vita. Mi fanno sangue, diceva, anzi mi rinnovano. Morì il 28 maggio 2016, alla Villa Tolomei di Sticciano, a 92 anni. Ancora bello.