ItaliaOggi, 8 giugno 2022
Il boom tedesco
Grazie al biglietto a nove euro per un mese sui treni della Deutsche Bahn, nel weekend è stata presa d’assalto l’isola di Sylt, la Capri del Mare del Nord. I milionari nelle loro ville, le più care d’Europa a metro quadrato, hanno sopportato l’assedio. Il tempo di una bevuta e tornare indietro. Il viaggio costa poco, ma dormire in una tenda a Sylt costa per due settimane 1.686 euro, e le notti sul Nordsee sono gelide anche in estate.
Sarà Die teuerste Saison aller zeiten, ha titolato Der Spiegel, la stagione più cara d’ogni tempo, ma per Pentecoste, che equivale al nostro Ferragosto, i tedeschi dopo due anni di lockdwon, sono partiti, a qualsiasi prezzo, hanno creato come in passato code di chilometri sulle autostrade diretti a sud, chi non ha prenotato per tempo non ha trovato posto in albergo.
«Non ho mai visto nulla di simile», ha detto Traute Wernitz, che lavora da 17 anni allo sportello Last Minute all’aeroporto di Amburgo. «È venuta una coppia con due bambini, pronti a andare ovunque, ma non potevano spendere più di tremila euro. Ho cercato per mezz’ora, l’offerta più conveniente era a 3.200, e hanno dovuto rinunciare». Prima del Covid, ha ricordato Frau Traute, venivano gli sposini, la sposa ancora in abito bianco, per partire in viaggio di nozze, e potevano scegliere tra una dozzina di offerte, un’ora dopo salivano su un aereo per una luna di miele con destinazione a sorpresa.
Il costo del carburante per la Lufthansa è aumentato del 30%. Il tempo dei voli low cost è finito e i biglietti in estate possono arrivare a costare più del doppio rispetto a due anni fa. Le vacanze scolastiche in Germania durano appena sei settimane e le famiglie non hanno scelta. Si parte tutti insieme.
E partono nonostante i prezzi roventi. L’Egitto è più caro del 27%, Spagna e Grecia del 16%, il Portogallo del 14%. La Turchia, una delle mete più amate, è rincarata del 15% grazie al crollo della lira turca. Una notte in un buon albergo arriva a costare 500 euro perfino a Majorca, l’isola conquistata dai tedeschi da una trentina d’anni. Chi ha un budget limitato rimane in Germania. Per un confronto, con l’indice dei prezzi per albergo e ristoranti uguale a cento, l’Italia è a 97. E con la benzina alle stelle, non conviene tornare a Rimini o Riccione, sul Teutonegrill, come viene chiamata con autoironia la Riviera adriatica. E le nostre città d’arte, da Roma a Firenze, o Venezia, sono care. La Spagna è all’83, la Turchia al 46. E non si tiene conto dei costi accessori per una vacanza. Sulle spiagge turche e spagnole, il prezzo per ombrelloni e sdraio è molto più basso del nostro, e molti hotel e pensioni offrono gratis il posto in spiaggia.
Sono esplosi i prezzi per le auto a noleggio, con rincari di oltre il 200% nelle località turistiche. Le compagnie si giustificano con la mancanza di vetture. Le «case» non riescono a far fronte agli ordini. A causa della guerra in Ucraina mancano i chip, per alcuni modelli la lista di attesa sfiora l’anno. Di conseguenza, in Germania sono saliti i prezzi delle auto usate, in media del 30%.
L?inflazione sfiora già l’8%, e si teme che possa superare il 10% durante l’estate. Gli alberghi cercano di limitare gli aumenti risparmiando sui servizi, sul cambio della biancheria, o sul buffet a colazione. Manca il personale nei ristoranti e negli hotel. Molti camerieri hanno cambiato mestiere durante le chiusure forzate durante il lockdown, e oggi non tornano indietro, nonostante le paghe.
La paga minima oraria salirà al 12%, ma per trovare personale affidabile, già si offre di più. Anche a 2 mila euro al mese netti, spesso con alloggio e vitto, non si riescono a trovare giovani camerieri o addetti alle cucine. Un bravo cuoco può chiedere quel che desidera, e scegliere il posto.
Nonostante la guerra, i disoccupati continuano a scendere, in maggio erano due milioni e 260mila, 428mila in meno rispetto al 2021. I tedeschi sono cambiati. I padri erano per natura, e esperienza storica, pessimisti, oggi non si spaventano per il futuro. Se i prezzi aumentano, meglio spendere subito.