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 2022  giugno 08 Mercoledì calendario

Sedazione per l’ex parlamentare La Forgia

L’ex presidente dell’Emilia-Romagna Antonio La Forgia ha iniziato il suo ultimo viaggio. A 77 anni, dopo una lunga lotta contro un tumore, ha deciso che poteva bastare così. E si è congedato dalla vita con lo stesso coraggio con cui l’ha attraversata tutta d’un fiato. Nella notte tra lunedì e martedì scorso, ha dato il suo consenso alla sedazione palliativa con morfina. A darne notizia è stata, con altrettanto coraggio, la moglie Mariachiara Risoldi, che cita la cartella clinica. «Dopo un colloquio con il paziente e la moglie, sulla linea della Dat (disposizioni anticipate di trattamento, ndr) si inizia una sedazione palliativa con morfina ogni 4 ore. Viene dato il consenso».
E ancora: «Antonio ha iniziato un viaggio di sola andata alle 00.07, con serenità, con la sua grande famiglia allargata attorno. Per la legge il suo corpo è costretto ad essere ancora qui, mentre la sua mente è già arrivata in un luogo leggero. Siamo un Paese veramente ipocrita». Il messaggio è stato consegnato ai social e ha avuto moltissimi commenti.
Non è certo se Antonio La Forgia avrebbe preferito intraprendere un altro percorso, ma è chiaro che le parole della moglie riaprono una ferita mai sanata nel discorso pubblico italiano che riguarda il tema del suicidio assistito e che, assieme alla scelta della sedazione profonda, è un tema tornato d’attualità con il caso di Fabio Ridolfi, il pesarese di 46 anni immobilizzato per 18 anni a causa di una tetraparesi che ha annunciato proprio in questi giorni di volere farsi addormentare per lasciarsi morire. In questa condizione viene sospesa l’alimentazione, l’idratazione e ovviamente ogni trattamento. La Forgia ha voluto che le cose andassero così.
Classe 1944, nato a Forlì, è stato molte cose nella sua lunga vita politica, ma è soprattutto stato una testa fine e pensante e una persona libera. Così libera da dimettersi da presidente della Regione – non una scelta facile per uno che si era formato nel Pci – per poter partecipare alla fondazione de «I Democratici», la prima creatura politica di Romano Prodi. Confluisce nella Margherita e nel 2006 viene eletto alla Camera nella lista dell’Ulivo. Dimostra di essere libero dagli ordini di scuderia anche quando con Pier Luigi Bersani schierato per la guida del Pd, lui decide di appoggiare l’eretico e giovane Matteo Renzi. È l’ultimo passo in politica, poi si allontana e probabilmente quella degli ultimi anni non lo appassionava più.
È sempre stato diverso dai suoi compagni di avventura, più colto, abituato a lunghe riflessioni e ai tempi lunghi. Non è difficile capire perché abbia trovato poco spazio nella politica dell’ultimo periodo. Antonio La Forgia sembrava sempre da un’altra parte, nel senso buono della cosa, sollevato dalle piccole beghe e dalle questioni di poco conto. Ora che è davvero da un’altra parte viene in mente un particolare: era laureato in Fisica, non proprio il percorso di studi più comune per un politico. E a quel mondo fa riferimento sua moglie in uno degli ultimi messaggi lasciati in rete. Parla di una lettera di Albert Einstein alla sorella di Michele Besso: «Michele è partito da questo strano mondo, un poco prima di me. Questo non significa nulla. Le persone come noi, che credono nella fisica, sanno che la distanza fra passato, presente e futuro non è altro che una persistente, cocciuta illusione».