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 2022  giugno 07 Martedì calendario

I monumenti in numeri. Un saggio

Che la vita – e le cose prodotte dall’uomo – siano fatte di numeri è un fatto. Ma se osserviamo il mondo con gli occhi di un matematico possiamo scoprire connessioni profonde, armonie inusitate. Per Silvia Benvenuti è il pane quotidiano: docente di matematiche complementari all’Università di Bologna, ha deciso di pubblicare una vera e propria guida turistica d’Italia capace di svelare – non solo a un pubblico di specialisti – le remote equazioni, i calcoli complessi sottesi a un monumento o a un’opera d’arte.
Lo scrittore Marco Malvaldi, nella prefazione a In viaggio con i numeri. Dieci passeggiate per mateturisti curiosi, ricorda la sofisticata architettura di tante cattedrali: quella di Wells, in Inghilterra, è fatta di archi su cui sono costruiti altri archi rovesciati, per impedire che i muri collassino dall’interno. Un vero capolavoro di calcoli. Ma, come nota l’autore dei Delitti del BarLume – a sua volta dottore in chimica – «qualsiasi cosa ne pensiate esteticamente, fa notare James Gordon, a livello strutturale è un troiaio».
CONIGLI
Il viaggio nelle segrete geometrie del nostro Paese parte da Pisa, da Leonardo Fibonacci (1170-1242), a cui si deve «l’introduzione dei numeri arabi in Europa e, con questi, della tecnica moderna del far di conto». L’ideatore sommo della successione aurea, sequenza di numeri (ispirata alla crescita di una popolazione di conigli) diede forma – attraverso la sezione aurea e la divina proporzione – a molta arte dei secoli successivi.
«Da sempre il numero aureo è stato associato all’idea di perfezione estetica», scrive Benvenuti, che ci porta subito in Piazza Duomo, ovvero dei Miracoli (come volle D’Annunzio), ad ammirare «la meravigliosa armonia di Torre, Cattedrale e Battistero», a contare le fette cilindriche del monumento pendente per eccellenza, assimilabile a «un poligono regolare con quindici lati, ovvero un pentadecaedro».
C’è un entusiasmo contagioso nelle parole dell’autrice, che scopre ovunque corrispondenze inusitate. A Torino ci fa da cicerone il matematico e astronomo Joseph-Louis Lagrange (1736-1813), sepolto al Pantheon francese ma in realtà nato Giuseppe Luigi Lagrangia a Torino. Scopriamo la passione dei piemontesi per i «paraboloidi iperbolici» e ritroviamo i numeri di Fibonacci che illuminano la Mole Antonelliana, in un’installazione di Mario Merz. A Bologna apprendiamo del piede (di ben 38 centimetri) che era l’unità di misura locale, delle disfide matematiche del Rinascimento (con tanto di battibecchi: «O gonzo! Per chi mi hai preso?») A Milano entra in campo Leonardo, alla corte di Ludovico il Moro, comprendiamo l’eredità di Luca Pacioli, autore di un testo leggendario, Divina Proportione: «Se fosse santo sarebbe il protettore dei ragionieri». A Urbino troviamo Piero della Francesca, sublime pittore e matematico, e la sua Flagellazione, «un rettangolo aureo diviso in proporzione aurea dalla colonna centrale»; incontriamo il giovane Raffaello apprendista di bottega, Leonardo che annota la sua teoria generale delle macchine.
CAPUT MUNDI
Ma è Roma «la città degli echi, delle illusioni e del desiderio», come diceva (forse) Giotto, la caput mundi che «affascina e seduce, oggi come allora». Ed ecco la sorprendente falsa prospettiva di Borromini a Palazzo Spada, che sembra lunga 35 metri e invece non arriva a 9, e capiamo che l’architetto del Barocco non fece altro che applicare i teoremi di Euclide. Entriamo nella chiesa di Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio, con l’affresco di Andrea Pozzo che sembra sfondare la volta, ritroviamo Euclide applicato in piazza del Campidoglio, entriamo (con il compasso) nella Domus Augustea. E a Piazza San Pietro ci perdiamo ad ammirare il colonnato di Bernini (appassionato d’astronomia), puntando sulle piastrelle che indicano i due centri dell’ellisse, e ripercorriamo le leggende di rivalità con l’altro mago del Seicento, tra le magie (matematiche) di Sant’Andrea del Quirinale e San Carlo alle Quattro Fontane.