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 2022  giugno 05 Domenica calendario

Biografia di Gianni Bozzacchi

Le otto del mattino, nella Roma della dolce vita, non esistevano. Almeno per quelli che negli anni ’60 animavano le notti di Via Veneto, infilando un locale dopo l’altro per chiudere la serata, alle prime luci dell’alba, col cornetto caldo a bordo fontana (di Trevi). «Con Marcello Mastroianni si finiva al Colosseo, a leggere il giornale fresco di stampa. La mattina, in quel mondo, non lavorava nessuno. Per quello c’era il pomeriggio», racconta oggi Gianni Bozzacchi, 79 anni, caso più unico che raro di fotografo inseguito dai paparazzi, vip tra i vip, stella che brillava – negli anni della movida della Hollywood sul Tevere – della luce riflessa di stelle ancora più grandi: quella di Liz Taylor, soprattutto, di cui Bozzacchi fu fotografo personale per 11 anni, fino al 1978.
L’ESPOSIZIONE
Da quel rapporto, primo di una serie di collaborazioni (Grace Kelly e Brigitte Bardot, Coco Chanel e Claudia Cardinale, Clint Eastwood e Picasso), è nata una mostra, Memorie Exposte, inaugurata ieri nella friulana Spilimbergo. Nato a Roma in un sottoscala del quartiere San Giovanni, e figlio di un fotografo scientifico, prima dei vent’anni Bozzacchi era già noto nell’ambiente come un abile ritoccatore di foto, capace di cancellare nell’era pre-Photoshop – imperfezioni del viso e del corpo grattandole via dal negativo. L’occasione della vita era arrivata proprio con una richiesta di ritocchino, giunta nel 1967 direttamente da Hollywood, per una serie di scatti che ritraevano la diva Liz Taylor (l’attrice non amava il suo naso, «storto», ed era notoriamente «terrorizzata dal doppio mento»). Soddisfatta del lavoro, Taylor aveva invitato il giovane fotografo, allora 22enne, sul set de I commedianti, che girava in Africa con il quinto marito Richard Burton: il patto era che il ragazzo non scattasse foto alla coppia, già allora al centro delle attenzioni dei paparazzi (prima dei Brangelina c’erano loro, i Lizanddick), ma si limitasse al lavoro di stampa in laboratorio. Invece, «feci di nascosto due rulli di foto, che finirono tra quelle di scena. Dopo qualche tempo Liz mi convocò da lei a Nizza. Disse: sei bravo, hai le palle. Ma non dovevi fotografarmi. Vattene».
Non era che un capriccio, naturalmente, perché già il giorno successivo Bozzacchi era a bordo dello yacht di Richard Burton, invitato «a far parte della famiglia» per «aiutare» la non più giovane, per gli standard dell’epoca, Taylor (35 anni). «Forse gli facevo comodo, ero un amico e una persona fidata che la notte andava a cercare Burton ubriaco per riportarlo a casa. Le liti tra i due? Rispondo come ho sempre fatto: non ho passato abbastanza tempo nella loro camera da letto per sapere come andassero le cose».
COMPLICITÀ
Con Taylor il rapporto era di una complicità giocosa, «una volta le salvai persino la vita racconta Bozzacchi diedi un pugno in faccia a un truccatore che la minacciava e lo mandai in coma. Da allora Liz mi chiamava gangster. E io big boobs, tettona». Un altro pugno fu quello ricevuto (ma schivato) da Burton, una notte in cui l’attore, fuori di sé, aveva aggredito il fotografo dopo avergli confessato le sue insicurezze sul rapporto con Taylor. «Mi diceva continuamente che era milionario, per farmi capire che non aveva il complesso che lei fosse più famosa». Con l’attrice, però, Bozzacchi non ebbe mai nessun flirt («Sposai la sua parrucchiera»), piuttosto una grande chimica esaltata dall’obiettivo: «Grace Kelly mi disse: tu hai reso Liz Taylor donna, madre, moglie, star e attrice. Fai lo stesso con me». Con la coppia Taylor e Burton, Bozzacchi ha girato il mondo, tra le gite a Montecarlo e lo chalet svizzero di Gstaad, dove Taylor si faceva cucinare la sua «matriciana e carbonara», finendo persino nella ex Jugoslavia a fotografare il dittatore Tito per conto di Burton, che voleva studiarlo per il film La quinta offensiva.
SCHERMAGLIE
Insieme nella buona e nella cattiva sorte, Bozzacchi tentò di riconciliare Taylor e Burton anche nel delicato periodo in cui lui si disintossicava dall’alcool a casa di Sophia Loren, e lei si struggeva dalla gelosia a Roma: «Li invitai entrambi a cena, cucinai per loro e feci venire anche Franco Nero. Ricordo che fece una figuraccia tremenda dicendo a Liz che l’aveva vista in un film. Lei gli rispose che i suoi film invece li aveva visti tutti». Le due star si sarebbero risposate poco dopo, nel 1975, senza mai smettere di fare in tutti i sensi spettacolo. «Un giorno mi chiamò Burton al telefono. Voleva sapere se potevo portarlo in moto dal Grand Hotel, dove alloggiavano, a una famosa gioielleria di Via Condotti. Doveva farsi perdonare qualcosa, disse. Erano le otto del mattino e a quell’ora, a Roma, doveva essere per forza una cosa seria».