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 2022  giugno 05 Domenica calendario

In Iran riprende la guerra segreta agli scienziati

La guerra segreta tra Israele e Iran è ripresa o forse non si è mai fermata. L’ultimo atto è emerso ieri: Ayoub Entezari, ingegnere aerospaziale all’università Sharif di Teheran, è deceduto in circostanze poco chiare. Alcune fonti non escludono che possa essere stato avvelenato. 
Lo scienziato, che lavorava allo sviluppo di missili e droni, potrebbe essere stato vittima di un assassinio da parte dei nemici esterni, in particolare Israele. Il ricorso alla «pozione di Dio» – così il Mossad definisce l’uso di veleni – potrebbe essere una sorta di firma per un’azione destinata a eliminare «tecnici» di primo livello. 
La notizia è ancora più pesante perché segue eventi non meno drammatici. Quasi una settimana fa, due uomini in moto hanno ucciso in una via di Teheran il colonnello Hassan Khodaei, alto esponente dei pasdaran che ricopriva un ruolo nell’Unità 840 della Divisione Qods, l’apparato impegnato in operazioni speciali. 
I sicari si sono avvicinati alla sua auto ed hanno sparato almeno 5 colpi. Un rituale già visto in agguati avvenuti in passato che hanno preso di mira scienziati nucleari. Identica la tattica, con gli esecutori a cavallo di una motocicletta che usano una pistola oppure piazzano una carica magnetica. Khodaei sarebbe stato «liquidato» perché sospettato di aver pianificato attacchi anti-Israele all’estero. 
La storia non è finita. Perché la scorsa settimana un altro ingegnere che lavorava nel centro di ricerche di Parchin è morto per ragioni «accidentali»: in realtà lo avrebbero fatto fuori con un piccolo drone-esplosivo. Venerdì i media locali hanno rivelato un terzo decesso. Il colonnello Ali Esmailzadeh, membro dei guardiani della rivoluzione e anch’egli membro della 840, ha perso la vita a causa di «incidente» avvenuto nella sua abitazione di Karaj, a 35 chilometri a nord ovest di Teheran. Una versione ha ipotizzato che sia caduto dal tetto, voci hanno insinuato un improbabile suicidio. Inevitabile pensare ad un omicidio mascherato mentre Gerusalemme ha negato qualsiasi addebito. 
L’aspetto particolare è che gli avversari degli ayatollah siano passati da colpi spettacolari contro figure primarie, come nel caso del padre del progetto atomico Mohsen Fakhrizadeh, a quadri intermedi. Un’estensione del banco bersagli. Israele punta il mirino su ricercatori, ma anche su chi è parte della lotta clandestina. E dimostra le inefficienze degli apparati di sicurezza. Il ripetersi di episodi – compresi i roghi in siti strategici – porta a sospettare della mano del Mossad anche quando non c’è e Israele chiaramente fa di tutto per alimentare il gioco. Pericoloso. Teheran ha promesso una vendetta. 
Tutto ciò mentre nel Paese si moltiplicano le proteste per il caro vita. Il crollo di un palazzo ad Abadan con 37 morti è diventata la scintilla per altre contestazioni: per gli abitanti un disastro da attribuire alla mancanza di controlli. Un dissenso popolare che la guida Alì Khamenei ha bollato come una manovra istigate da forze straniere.