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 2022  giugno 04 Sabato calendario

Elogio di Vittorio Emanuele Parsi, l’anti Orsini

Se nell’effimero mondo dei “talk” ciò che più conta è lo “show”, prima o poi doveva apparire una nuova “star” nel ruolo vacante dell’anti-Orsini. Potrebbe essere il professor Vittorio Emanuele Parsi, docente universitario torinese, che studia Relazioni internazionali da una quarantina d’anni e per la verità più che una star, sembra un’ anti-star. E tuttavia negli ultimi giorni Parsi ha tenuto testa a Dmitrij Suslov, della Scuola superiore di Economia di Mosca e a Marco Travaglio, direttore del “Fatto quotidiano”, sciorinando uno stile capovolto rispetto ai suoi interlocutori: non alza la voce, non insulta, antepone i fatti alle opinioni, anche se poi tiene il punto sino a quando l’altro non si tace.
L’altra sera, a “Piazza pulita” Parsi ha replicato a Suslov così: «Se lo ascoltassi da Marte, penserei che l’Ucraina ha invaso la Russia su terreni contesi che non appartengono a nessuno dei due. La realtà è che la Russia ha invaso l’Ucraina. Stuprando, uccidendo e bombardando i depositi di grano. Quindi, se l’idea russa di de-escalation è usciamo dalla banca col bottino e gli ostaggi, è un’idea molto singolare». Suslov, con la sua cravatta viola e la sua camicia a scacchi grigi e bianchi, ha ascoltato in silenzio da Mosca.
Parsi è destinato dunque a diventare il “castigamatti” dei “critici” dell’Occidente? L’anti-Orsini? Lui sorride ma tiene il punto sul suo stile: «Non se si dirà così che sono l’anti-qualcuno. Io so che bisogna sempre proporre un’argomentazione aperta, quella che consente a chiunque di comprendere ed eventualmente contrastare i tuoi argomenti. Un’argomentazione non deve essere lucida e liscia come un siluro che colpisce la nave “nemica” e l’affonda. Un’argomentazione deve frangersi dappertutto nei fatti. Quel che mi irrita è quando le opinioni sono completamente distaccate dai fatti». E la freddezza nei duelli dialettici? «Io parlo per il pubblico, non mi interessa niente vincere un contest retorico con chi ho davanti. L’autocontrollo? L’ho imparato sui campi di rugby, uno sport che mi insegna a non cercare la rissa e a non aver paura dello scontro».
Sessanta anni, un nome di battesimo risorgimentale e origini piemontesi, Vittorio Emanuele Parsi ha studiato e insegna alla Cattolica di Milano, l’università di Amintore Fanfani e Romano Prodi, ha pubblicato libri di politica internazionale per Laterza, il Mulino e Mondadori. Ha insegnato in mezzo mondo – in Cambogia, in Kazakhstan, persino in Russia, è membro del Center for Diplomacy and Strategy at the London School of Economics.
Una storia che conferma un profilo professionale e umano capovolto rispetto allo stile stentoreo alla Orsini. Certo, i talk show da anni sono frequentati anche da ospiti che argomentano e non cercano soltanto l’effetto speciale e tuttavia la guerra in Ucraina ha esaltato un vizio originario di questo genere. Nella logica di gran parte dei talk show, l’imperativo categorico è lo share e dunque la priorità di chi prepara le scalette, è mettere a confronto su qualsiasi argomento opinioni alla “pari”, perché quel che conta è soprattutto la caccia al “brivido”, alle emozioni, quelle che alzano gli ascolti. Una specialità nella quale sinora i “critici” dell’Occidente, dell’America, dell’Europa e del governo Draghi hanno potuto vantare autentici fuoriclasse dell’arena televisiva.
Qualche giorno fa Parsi se l’è vista con uno di loro, Marco Travaglio. Un duello dialettico per certi versi esemplare. A “Tagadà” si parlava di armi agli ucraini. Parsi: «La nostra Costituzione non vieta l’invio di armi». Travaglio lo ha interrotto: «Sì, lo vieta e infatti noi non le abbiamo mai mandate a nessuno». Parsi: «Ma quale articolo è?». Travaglio: «L’articolo 11». Parsi: «L’articolo 11 non parla di armi». Travaglio: «Lei è un costituzionalista?». A quel punto, con uno scatto giornalistico esemplare, il redattore ha letto l’articolo 11 della Costituzione e Parsi ha avuto buon gioco ad affondare: «Allora Travaglio, dove sta scritto quello che lei ha detto? Basta aver studiato educazione civica…». Travaglio: «Le ho già citato tre costituzionalisti che sostengono l’incostituzionalità». Parsi: «Ma non sono qui. Penso che chi guarda possa giudicare da solo».