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 2022  giugno 04 Sabato calendario

Due tedeschi su tre non vogliono mandare armi a Kiev

Il Parlamento tedesco ieri ha emendato la Costituzione. Il ministero della Difesa riceverà 100 miliardi di euro per l’acquisto di nuove armi. I fondi serviranno per la ristrutturazione dell’esercito tedesco, la Bundeswehr, e anche a finanziare il piano di aiuti militari per l’Ucraina. L’annuncio dell’extra-budget per la Difesa era stato fatto dal cancelliere Olaf Scholz il 27 febbraio, pochi giorni dopo l’inizio dell’invasione russa. È una assoluta novità per la Germania. Non solo il Paese decide di riarmarsi come non succedeva da oltre 70 anni, ma per farlo ha scelto di creare debito. Hanno votato a favore 683 deputati, i contrari sono stati 46 e 20 gli astenuti. Per riuscire a far passare l’emendamento costituzionale, serviva una maggioranza qualificata dei due terzi, l’esecutivo ha dovuto quindi trovare un accordo con il maggior partito dell’opposizione: i cristianodemocratici.
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Da mesi la coalizione di governo è spaccata sul coinvolgimento nella guerra in Ucraina. Il cancelliere è sotto il fuoco incrociato dei Verdi e dell’opposizione. Lo definiscono indeciso e incapace di ottenere la leardership europea per l’invio di armi all’esercito ucraino. Ieri la ministra degli Esteri, Annalena Baerbock, ha inviato una lettera a Bild il quotidiano più diffuso del Paese. “Putin non si ferma con le parole”, ha scritto la politica dei Verdi, sostenendo che aumentare l’investimento in armi è l’unica strada che conduce alla fine del conflitto. “Una cosa è chiara: la pace non è gratis. Ma ogni centesimo che spendiamo è un investimento nella sicurezza e nella libertà dell’Europa”. Baerbock chiede da fine marzo che la Bundeswehr invii i suoi carri armati all’esercito ucraino. Al momento non ne è stato consegnato alcuno, i primi 15 dovrebbero essere mandati a metà luglio.
Ma i cittadini tedeschi non sembrano pensarla come Baerbock, anzi. Deutsche Welle, il canale di notizie di proprietà dello Stato, ha pubblicato i risultati del sondaggio che svolge su base mensile. “Come valuta le azioni della Germania in supporto all’Ucraina?” per il 42% degli intervistati l’invio di armi all’Ucraina è già sufficiente, per il 23% è eccessivo mentre solo per il 29% ancora troppo poche. Quasi metà della popolazione ritiene invece carenti sia le sanzioni economiche che lo sforzo diplomatico. E alla domanda “quali sono le questioni più urgenti?” solo il 37% ha risposto “la guerra in Ucraina”. I tedeschi sono preoccupati per l’inflazione e la politica energetica. I dati di maggio segnano un incremento di prezzi del 7,9%. Sei cittadini su dieci considerano insoddisfacente l’azione del governo insediatosi 200 giorni fa. La popolarità del cancelliere è bassa, solo il 43% approva il suo operato.
Scholz ha raccolto l’eredità di Merkel, ma si è trovato a dover negoziare con Putin e Zelensky senza avere tutte le possibilità che ebbe a disposizione la cancelliera in passato. Ieri il settimanale Die Zeit ha pubblicato un articolo in cui ripercorre i rapporti diplomatici tra Germania, Russia e Ucraina. Nel 2019 al tavolo del Formato Normandia, dove sedeva anche il francese Macron, fu Zelensky a gelare tutti. Era stato appena eletto “già nel suo discorso di apertura – si legge su Zeit – il presidente dell’Ucraina ha respinto tutto ciò che i gruppi di lavoro diplomatici dei Paesi partecipanti avevano concordato durante meticolose negoziazioni preliminari”. Il settimanale conclude con una fonte diplomatica tedesca, “per molti il governo di Zelensky non era altro che una banda di punk che aveva violato ogni protocollo diplomatico”.