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 2022  giugno 04 Sabato calendario

Storia del diamante più grande del mondo

Il 17 novembre 1972, sul New York Times, un curioso annuncio pubblicitario metteva in vendita “il famoso Tiffany Diamond da 128 carati, il diamante giallo più bello e più grande al mondo, in un’edizione limitata di uno, per la somma di 5 milioni di dollari” (l’equivalente odierno di circa 32 milioni). L’offerta, firmata Tiffany&
ICo., era valida solo per 24 ore. «Tuttipensarono si trattasse di uno scherzo e nessuno si fece avanti – racconta Victoria Wirth Reynolds, vice presidente e capo gemmologa della maison di gioielli –. In realtà era un’occasione unica. Posso garantire che il Tiffany Diamond non sarà mai più messo in vendita». Si potrà, però, ammirarlo alla Saatchi Gallery di Londra in occasione della mostra “Vision & Virtuosity”, dove dal 10 giugno al 19 agosto saranno esposti oltre 400 oggetti provenienti dagli archivi del gioielliere newyorkese. L’esibizione celebra 185 anni di maestria artigianale, creatività pionieristica e “fiuto” per le più eccezionali pietre al mondo: una storia raccontata in sette capitoli che corrispondono a sette sale: dall’eredità del fondatore Charles Lewis Tiffany alle opere di designer come Jean Schlumberger e Elsa Peretti, per arrivare alla collezione di alta gioielleria Blue Book – il cui pezzo forte è l’Empire Diamond ovale da 80 carati acquisito di recente. La quarta sala è un inno all’amore, simboleggiato dall’iconico anello di fidanzamento Tiffany Setting del 1886; immancabile l’omaggio aColazione da Tiffany – capolavoro del 1961 che consegnò alla leggenda Audry Hepburn –, con cimeli come la sceneggiatura originale. Nel sesto capitolo, le più celebri creazioni di diamanti fanno da preludio all’ultima sala, dove finalmente ci si ritrova faccia a faccia con il leggendario amuleto giallo. La sua storia risale al 1877, quando nella miniera di Kimberley, in Sudafrica, venne estratto il diamante grezzo da 287.42 carati. Acquistato da Charles Lewis Tiffany – già all’epoca noto come “King of Diamonds” – nel 1878, fu tagliato dopo un intero anno di studio con la supervisione di George Frederick Kunz, capo gemmologo poco più che ventenne, ottenendo una gemma da 128,54 carati con 82 facce (i diamanti classici ne hanno “solo” 58), di un giallo eccezionalmente intenso e luminoso. «Da allora è sempre stato la nostra stella polare, perché incarna lo spirito della casa, l’audacia di osare, la volontà di innovare, la sfida continua a migliorarci», afferma Victoria Wirth Reynolds.Solo quattro donne nella storia hanno avuto la fortuna di indossarlo: la prima fu lasocialite newyorkese Mary Whitehouse, in occasione del ballo di Tiffany del 1957 a Newport, Rhode Island, mentre nel 1961 Audrey Hepburn sfoggiava il diamante giallo sui manifesti pubblicitari di Colazione da Tiffany, incastonato tra i fiocchi di diamanti della Ribbon Rosette, collana nata dal genio di Jean Schlumberger. Avanti veloce fino al 2019 quando Lady Gaga è apparsa alla cerimonia degli Oscar con al collo il diamante montato sul collier da 100 caratirealizzato per il 175esimo anniversario del marchio. Infine, nel 2021 è stato il turno di Beyoncé, nella campagna About Love.
«Ciascuna di loro ha interpretato il gioiello con la propria personalità e il proprio talento. È stato un incontro di quattro donne straordinarie con una pietra straordinaria. Quando sarà il momento, verrà indossato di nuovo», promette Victoria Wirth Reynolds. Nel frattempo si può sempre sognare. Come Holly Golightly, nell’alba di una New York deserta, con caffè e brioche davanti alle vetrine di Tiffany.