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 2022  giugno 04 Sabato calendario

Lavrov minaccia o ricatta l’Italia?

È un ricatto? Una minaccia? O, invece, una dimostrazione di debolezza? Ci sono tre strade per leggere l’attacco frontale che il ministero degli Esteri russo ha compiuto ieri contro l’Italia. E i suoi ultimi due governi, Conte e Draghi, accusati di essere «servili, miopi» e dal basso «carattere morale», come a voler fare credere di conoscere notizie riservate sulla vita privata di qualcuno dei nostri uomini pubblici. In un messaggio pubblicato su VKontakte, il Facebook di Mosca, il governo di Putin ha messo sotto accusa il nostro Paese, la nostra televisione pubblica, la Rai. E in particolare la puntata di Report del 9 maggio scorso: in un servizio era stato raccontato quanto sta emergendo nelle inchieste ufficiali (al lavoro c’è il Copasir) e giornalistiche su “Dalla Russia con amore”, la missione dei 104 militari russi che il 22 marzo 2020 arrivarono a Bergamo nel momento più difficile della battaglia contro il Covid per supportarci. Ufficialmente quella doveva essere una missione umanitaria. Ma invece, come per prima Repubblicaha raccontato, è stata soprattutto un tentativo di spiare il nostro paese. Ad aiutarci non erano stati mandati medici o esperti. Ma agenti dei servizi e tecnici alla ricerca di dati per produrre il vaccino anti-Covid.
Una ricostruzione che però i russi hanno fortemente contestato. «Il 9 maggio, il Giorno della Vittoria – ha scritto infatti ieri il ministero degli Esteri russo nel messaggio pubblicato sui social – il canale televisivo Rai 3 invece di trasmettere documentari sull’eroismo delle truppe alleate, compresa l’Armata Rossa, ha messo in onda un servizio di bassa propaganda: i nostri militari in Italia hanno rischiato la vita». Nella nota c’è un messaggio esplicito ai nostri politici. «Nel 2020 i partner italiani – si legge – hanno dimenticato il nostro aiuto. Una linea d’azione servile e miope che non solo danneggia le relazioni bilaterali, ma dimostra anche il carattere morale dei singoli rappresentanti delle autorità ufficiali dell’Italia e dei suoi media».
A chi sono rivolte queste parole? Al governo Conte sicuramente con il quale i russi presero accordi perquella missione che nacque dopo una telefonata tra l’allora premier 5 Stelle e Vladimir Putin e fu stoppata soltanto dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, che dopo aver raccolto i dubbi dei nostri militari bloccò la seconda fase della missione. Ma, nella lettura che ne hanno fatto ieri membri della nostra intelligence, sembra essere un gesto di debolezza. O comunque un messaggio destinato al pubblico interno. Non è laprima volta che la Russia attacca l’Italia su questo argomento: «Vi abbiamo teso una mano e ce l’avete morsa» dissero proprio dopo le polemiche suscitate dall’articolo di Repubblica.
C’è poi il mezzo scelto: quando la Russia vuole parlare al mondo sceglie Telegram o Twitter, dove la nota non è stata pubblicata. C’era soltanto sui canali di VKontakte, preferito per gli affari interni.