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 2022  giugno 04 Sabato calendario

Quattro anni per l’ultimo tema di Eleonora

Adesso che il lieto fine è arrivato (anche grazie all’articolo con cui Micaela Romagnoli sul Corriere Bologna ha acceso i riflettori sulla vicenda), uno è costretto a domandarsi: ma che cosa siamo? La madre di Eleonora chiede di poter leggere l’ultimo tema della figlia morta di tumore. Lo chiede alla scuola in cui Eleonora aveva sostenuto la prova di ammissione alla terza media, nel maggio del 2018, tre mesi prima di andarsene. La ragazza era entrata in classe con le stampelle, imbottita di antidolorifici, mentre la madre la aspettava in auto. Da quattro anni la signora Bergonzoni reclamava quei fogli di carta, non solo per collezionare un altro ricordo (il che, come motivo, sarebbe già più che sufficiente). Durante la fase terminale della malattia, Eleonora si era chiusa in sé stessa e la madre sperava di trovare nel tema una chiave di accesso ai suoi pensieri.
Conosciamo l’insostenibile pesantezza delle burocrazie. Però mi rifiuto di pensare che i funzionari scolastici, i quali al telefono invitavano sbrigativamente la madre di Eleonora a spedire una mail a cui nessuno avrebbe mai risposto, avessero un cuore così duro da non rendersi conto dell’eccezionalità della richiesta. E allora perché ci sono voluti quattro anni, una nuova preside e un articolo di giornale prima che la scuola ripescasse quel benedetto tema dall’archivio? Fretta, distacco, superficialità, automatismi vari e difensivi? Se avessimo la risposta, forse avremmo risolto il mistero della condizione umana.