Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  giugno 03 Venerdì calendario

Torino è violenta

«Doveva sentire come urlava quell’uomo, mentre correva in mezzo alla strada con il coltello col manico rosso. Qui, verso sera, succede di tutto quando lo spaccio si fa più intenso».
Quartiere Aurora. I commercianti lo vivono così, lo descrivono come il posto peggiore della città. Malgrado il nome dal suono dolce, questo quartiere di Torino addossato al centro, alle spalle di Porta Palazzo, è annoverato tra quelli «problematici». Droga, risse, aggressioni. Blitz di polizia e carabinieri a tutte le ore. Qui tutto è multietnico. A partire dalla scuola primaria Parini, di fronte alla quale l’altra sera l’uomo col coltello si aggirava minaccioso a torso nudo, inseguendo un rivale. In quell’istituto, le classi sono un piccolo spaccato di mondo, dove si coltivano grandi speranze di integrazione. In strada invece è un’altra cosa. C’è la violenza della sera, l’alcol che scatena risse tra i senzatetto, lo spaccio di hashish che infiamma le guerre tra i gruppi in lotta. Le strade si chiamano corso Giulio Cesare, corso Emilia, corso Brescia. Le insegne dei negozi sono pachistane, marocchine, senegalesi, romene. Qui la vita è colorata, rumorosa, complicata.
«Quell’uomo ce l’aveva con tutti, gridava come un folle» dice un testimone. Trentenne, origini marocchine, è stato fermato dalle volanti della polizia. «Assicurato all’autorità giudiziaria» dicono in questura. Ufficialmente non si può dire che è stato arrestato, perché le restrizioni imposte dalla procura sulla diffusione delle informazioni non consentono alla polizia di confermare le notizie. Bisognerebbe affidarsi a un comunicato stampa, ma il 2 giugno è festa anche per i magistrati.
Allora, se si prendono per buone le dichiarazioni dei consiglieri di circoscrizione, che ogni giorno vivono sulla loro pelle gli aspetti negativi di quelle strade, quartiere Aurora è un «Bronx» fuori controllo. Eppure i dati della questura raccontano il contrario. I delitti commessi a Torino tra il 2021 e il 2022 sono sì in crescita del 13,85% rispetto all’arco temporale che va dal 2020 al 2021, quando imperversava il lockdown da pandemia. Ma sono in calo del 5,36% rispetto al periodo 2019-2020. Anzi, spingendo lo sguardo statistico più in là, si scopre che tra il 2015 e il 2016 i delitti totali commessi a Torino erano stati quasi 151 mila. Tra marzo 2020 e marzo 2021 sono stati 95 mila.
La storia di questo trentenne, forse, è più complessa. I soccorritori del 118, intervenuti in tandem con la polizia, lo definiscono un «soggetto psichiatrico». Nei giorni scorsi, durante un controllo, si è rifugiato in un palazzo e si è barricato sul tetto. Da lì ha lanciato tegole contro i passanti e gli agenti della polizia. «Ha bisogno di aiuto, ma nessuno in fondo lo può aiutare» dice un uomo, incrociato ad Aurora, che giura di conoscerlo bene. E aggiunge: «Non è la prima volta che va in galera».
L’aggressione dell’altro giorno sarebbe iniziata su un tram della linea 4, la metropolitana leggera che attraversa la città da Nord a Sud. Il trentenne se l’è presa con altri due connazionali. Ha tirato fuori il coltello tra i passeggeri. Poi la lite è degenerata in strada. Uno degli aggrediti è stato inseguito e ferito leggermente. La scena è stata ripresa con i telefoni, intorno alle 16,30, ma le immagini, a cui dobbiamo affidarci in mancanza d’altro, raccontano solo una parte della storia. Certo le proteste ci sono, i comitati chiedono più controlli, più agenti. L’intervento delle volanti, sottolineano in questura, è stato tempestivo. I poliziotti hanno bloccato l’uomo impedendogli di nuocere.
In quelle strade regna lo spaccio. Non si può fare finta di niente. Le retate lo confermano. E lo raccontano i negozianti che ogni giorno assistono in diretta al mercato delle dosi lungo i marciapiedi affollatissimi di pusher, proprio a ridosso della fermata della linea 4. La linea delle baby gang, degli spacciatori di hashish, di chi si muove senza biglietto, dei lavoratori sottopagati che vivono in periferia, della povertà che scorre indifferente lungo i binari che attraversano il centro.
L’uomo col coltello da macellaio, 50 centimetri di lama, è un segno del disagio, palpabile, anche se in molti fanno finta di non vedere. A Santo Stefano, alle spalle di piazza Vittorio, un giovane di 25 anni, anche lui di origini marocchine, ubriaco, si è denudato in strada ed ha rubato un coltello, minacciando i passanti. Nel 2011, sempre ad Aurora, alle spalle della scuola Parini, un ragazzo di origine romena, in preda all’alcol, ha massacrato un connazionale a colpi di machete. Undici anni fa, stesse strade. —