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 2022  giugno 02 Giovedì calendario

Le bugie sono finite al museo

La bugia al museo. Oggi si dice fake, e al Deutsches Hygiene Museum di Dresda si è aperta la mostra Fake-Die ganze Wahrheit, tutta la verità (fino al 5 marzo 2023). Le menzogne a volte sono utili e buone, e le verità pericolose e cattive, ma per i tedeschi mentire è un peccato, o lo era, comunque sono convinti di dire sempre la verità. E questa è già la prima bugia.
Ti dicono in faccia quella che loro credono sia la verità, e ti rimproverano se ti offendi. Scambiano la nostra gentilezza, con l’italica genetica tendenza all’inganno. Siamo tutti machiavellici, non degni di fede. Ma se l’amico berlinese mi chiede se mi piace l’orrendo vino italiano comprato in vacanza, io continuerò a dire «ja», e a vuotare il bicchiere.
E non lo prendo in giro se mi vanta l’aceto balsamico che ha scovato al supermarket per due euro al litro.
Il pezzo forte della mostra è il Lügendetector, la macchina della verità, che il regime morente della Ddr comprò a caro prezzo all’Ovest. E non si sa bene tutta la verità: fu ordinato in ritardo, o giunse fuori tempo massimo per colpa delle poste? Il detector, inventato dal nemico a stelle e strisce, fu consegnato nel novembre del 1989, dopo la caduta del Muro, ma la Germania Est continuò a sopravvivere fino al 3 ottobre del ’90. Costò non poco, 30mila Deutsche Mark, trenta milioni di lire al cambio dell’epoca, 15mila euro. Il cambio tra marco capitalista e l’Ostmark comunista era alla pari, e questa era già una menzogna. Al nero era uno a dieci, uno a venti negli ultimi giorni prima della fine.
La macchina della verità fu ordinata dalla Stasi, l’onnipresente servizio segreto, la Gestapo rossa, per smascherare i nemici del regime. Ti piace Honecker? Se l’ago cominciava a vibrare minacciosamente quando giuravi di amare il capo della Ddr, eri spacciato. Ma anche nel film, Le vite degli altri, il capo della Stasi ammette che ciascuno di noi pronuncia in media duecento bugie al giorno. Sono vitali per sopravvivere, per non mandare a pezzi le famiglie, per non perdere il posto di lavoro.
Si può mentire dicendo la verità. In vacanza in Marocco, i miei figli, lei 22 e lui 15 anni, mi chiesero di che animale fosse lo spezzatino fumante che ci veniva offerto. Cammello, risposi ridendo. Quando ci congedammo dal padrone di casa, chiesero ancora: era capretto o agnello? Ve l’ho già detto, cammello. Lui e lei si arrabbiarono, ero un bugiardo, ma avevo detto la verità, salvando il rapporto con l’amico di Marrakesh.
La macchina sarebbe stata usata non solo contro i dissidenti, anche per addestrare gli Spionen comunisti prima di spedirli nel paradiso capitalista. Dovevano imparare a controllare il respiro e il battito cardiaco, per ingannare il detector. Ma Markus Wolf, il capo del controspionaggio, avrebbe sorriso. I suoi agenti nella Germania Ovest lavorarono quasi sempre con successo. Lui credeva al fattore umano. Aveva addestrato i suoi Romeo a sedurre le segretarie nei ministeri di Bonn, e farsi consegnare documenti top secret. Per amore si crede a tutto.
Quando ero alle prime armi a Torino, alla Stampa, il giornale della Fiat veniva chiamato «la busiarda», ma lo compravano tutti, dipendenti e operai addetti alla catena di montaggio. Erano realisti, non si fidavano delle notizie sulle auto, ma avevano fiducia sul resto.
La stampa tedesca è stata chiamata Lügenpresse, stampa bugiarda, per aver taciuto cinque giorni sulle violenze dei giovani arabi la notte di Capodanno 2015 a Colonia. Anche tacere è una menzogna. Su Fb e altri social le menzogne prevalgono sulla verità. La terra è piatta? Perché no?
Tra il fatidico ’89 e il ’90, vissi dieci mesi a Berlino Est, quando si partiva in auto, si doveva scegliere da che checkpoint uscire, per andare a Lipsia a Est, o a Hannover a Ovest. Io sceglievo la fila più corta, ovunque fossi diretto, Il problema era ricordare la mia bugia al ritorno. Avrei dovuto scegliere l’ingresso a seconda di dove avevo detto di volere andare al mattino. La volta che mi sbagliai, il Vopo volle credere alla mia buona fede, mi ero distratto. Per lui, anche alla vigilia della fine, era inconcepibile che si mentisse al regime per un futile motivo. I detector non capiscono l’ironia, e le menzogne per gentilezza, o per pigrizia.