La Stampa, 2 giugno 2022
Ciro Grillo riprende gli studi. Si è iscritto a Giurisprudenza
Ciro Grillo, dopo l’inchiesta per la violenza sessuale di gruppo per cui è imputato a Tempio Pausania, ora è uno studente di giurisprudenza. E nei giorni scorsi ha iniziato, come da prassi, gli stage a palazzo di giustizia a Genova. Il figlio del leader e garante del Movimento Cinque Stelle segue i processi, l’attività di pm e giudici. Gli stessi avvocati che difendono lui e i suoi amici per la vicenda della Sardegna, saltuariamente lo incontrano sulla balaustra all’ingresso o al quarto piano del tribunale. Dove da un paio di anni, per l’allarme Covid, è stata installata una tensostruttura in cui si tengono i principali processi, tra cui quello per il crollo del ponte Morandi. «Ho visto un ragazzo che mi salutava da distante in giacca e cravatta – racconta l’avvocato Andrea Vernazza, che è anche suo difensore insieme a Enrico Grillo – subito non l’ho riconosciuto. Poi ho capito che si trattava di Ciro. Mi ha fatto piacere». Vernazza racconta anche come Ciro sia particolarmente appassionato della materia e abbia una predilezione per il penale. Ma anche come non abbia ancora scelto, quanto terminerà gli studi, se fare il giudice, il pm o l’avvocato. Ma non solo. Spesso frequenta lo studio dell’avvocato, uno dei più noti in città, per approfondire alcuni temi e svolgere ricerche. Quello che è certo è che lo studio di quella stessa materia che ora lo vede finire sul banco degli imputati lo ha tranquillizzato. A certificarlo è anche la madre, Parvin Tadjik, moglie di Beppe Grillo e futura teste al processo dal momento che la notte della presunta violenza sessuale dormiva nell’appartamento di fianco a quello in cui si trovavano i quattro ragazzi di Genova e le due studentesse milanesi. Parvin ha raccontato agli avvocati come l’avvio del corso di studi di Ciro lo abbia «sicuramente reso più tranquillo». «Sta meglio e soprattutto dopo due anni è tornato a dormire la notte», ha spiegato la mamma. Sia lei sia Beppe sono molto vicini al figlio in questo periodo e si informano molto spesso con gli avvocati dell’andamento del processo. Ciro oltre allo studio continua anche a praticare il savate in una palestra del centro cittadino.
Anche Vittorio Lauria, un altro dei quattro imputati, ha deciso di riprendere gli studi proprio quest’anno. E dopo aver abbandonato la scuola – era iscritto in un liceo del centro – si ripresenterà per dare la maturità. Ha scelto, invece, di vivere e studiare all’estero per sfuggire alla pressione mediatica Francesco Corsiglia, accusato solo di uno dei due episodi di violenza. Corsiglia ha intrapreso una speciale scuola nel settore alberghiero. Studia invece ancora a Genova Edoardo Capitta.
Tutti i genitori degli imputati ieri hanno contattato gli avvocati per avere notizie sul processo. Sono almeno quattro gli elementi investigativi su cui punta la difesa. Il primo è un filmato in cui si vede Silvia, poche ore prima della violenza sessuale, in discoteca cercare Ciro Grillo, stringerlo e baciarlo con passione. C’è poi la deposizione della maestra di kite Surf che la mattina dopo la notte dello stupro ha portato la vittima in acqua per una lezione. L’istruttrice – sarà chiamata a testimoniare – ha evidenziato di aver fatto una sorta di test alla sua allieva prima di prendere il mare e di averla trovato in ottimo stato psicofisico. Il terzo punto riguarda i racconti poco precisi di Silvia su quella notte e il comportamento tenuto da lei in seguito. La giovane, infatti, durante la serata in discoteca è stata aggiunta a un gruppo Instagram chiamato «Official Mostri» creato dai quattro studenti genovesi per raccontare i loro divertimenti. Ciro e gli altri hanno aggiunto anche la sua amica del cuore. I legali hanno etichettato come «incongruenza» il fatto che la stessa vittima sia rimasta iscritta in quella pagina dopo quanto accaduto. Ma non solo. Che abbia continuato durante la vacanza a postare altre foto e video dalla Sardegna in cui appariva, denunciano i legali, «felice, spensierata e serena». Ma secondo la difesa a non tornare c’è anche il tempo intercorso tra l’episodio di violenza sessuale che avrebbe subito e la denuncia presentata una decina di giorni dopo ai carabinieri di Milano Duomo.