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 2022  giugno 01 Mercoledì calendario

Intervista a Il Volo

di Carlo MorettiCon oltre 22 milioni di dischi venduti e 250 milioni di streaming, i tre ragazzi del Volo sono gli ambasciatori della musica italiana, in particolare della tradizione del Belcanto. A luglio li attendono prima in Europa, poi in Giappone dove tornano per la quinta volta, quindi a settembre in Nord America e in ottobre in Australia. Prima, domani, canteranno l’Inno di Mameli ai Fori Imperiali per la Festa della Repubblica. Il tour mondiale partirà il 3 giugno dall’Arena di Verona con 42 maestri d’orchestra. Ne parliamo con Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble.
Sono giornate impegnative.
Barone: «Abbiamo finito proprio ora di scegliere gli outfit per tutti i concerti e quello per il 2 giugno sarà il classico vestito blu con cravatta.
Istituzionale, ma non si può fare altrimenti: cantare l’inno di fronte al Presidente ci fa capire quanto siamo privilegiati».
L’ultima volta sul palco eravate solo in due, all’Eurovision Ginoble è stato colpito dal Covid.
Ginoble: «Proprio nel momento sbagliato. Sono salito su una ambulanza e sono tornato a casa. Ora va meglio e del resto è stato poco più di un mal di gola. Ho dovuto registrare la mia parte la mattina della performance in un angoletto di casa, vestito con l’outfit che avrei dovuto utilizzare sul palco quella sera».
Barone: «Altro che angoletto, ha chiamato l’architetto per sistemare le lampade e tutto il resto».
Si era parlato di realizzarlo con un ologramma.
Barone: «All’inizio, ma avrebbero dovuto intervenire i tecnici a casa di Gianluca e non si poteva stare a contatto con lui».
L’Eurovision vi ha riportato alla memoria la partecipazione nel 2015?
Barone: «L’Eurovision 2015 è stata la più bella esperienza che abbiamo vissuto. Non eravamo a conoscenza dell’eco che il festival ha in Europa, davvero indimenticabile anche per i traguardi e i risultati ottenuti.
Ricevere l’invito a ricantareGrande amore ci ha riempito di orgoglio».
All’Eurovision arrivaste terzi, ma con il premio della stampa.
Ginoble: «Un premio molto bello
anche a vedersi».
Boschetto: «Ce l’ho io a casa!».
Per il televoto eravate primi, poi però con le giurie la vostra posizione si è abbassata.
Boschetto: «Qualsiasi persona aspira a vincere, sarebbe da stupidi sostenere il contrario».
Barone: «Chi dice che l’importante è partecipare dice una cavolata!».
Boschetto: «Abbiamo partecipato per vincere, pensavamo che vincendo avremmo ottenuto un’esposizione maggiore. Invece il riscontro delpubblico è stato grandioso, ci ha dato l’opportunità di tornare ancora più forti in quei Paesi e fare concerti in luoghi ancora più grandi. Abbiamo ancora il record del televoto».
In realtà il record del televoto ve lo ha soffiato quest’anno la Kalush Orchestra...
Ginoble: «È vero, ma subito dopo di loro ci siamo noi».
Barone: «Posso fare io una domanda? Cosa pensa della vittoria dell’Ucraina?».
La loro canzone “Stefania” eraforte, la modernità del rap con la tradizione musicale balcanica. Poi, certo, l’onda d’emozione può averla aiutata.
Boschetto: «Forse è stato scontato ma anche profondamente giusto. Perché così abbiamo mandato un messaggio sociale molto importante: e cioè che nonostante facciamo parte di tradizioni e culture diverse, sulla pace siamo tutti uniti, quindi questo risultato anche se scontato è stato giusto».
Barone: «Anzi, dobbiamo approfittare di queste occasioni per mandare questo messaggio comune, il risultato migliore che ci si potesse aspettare».
Secondo la BBC, grazie a un algoritmo e all’accordo tra sei Paesi il Regno Unito avrebbe rubato il posto d’onore alla Spagna.
Potrebbe essere successo anche nella vostra edizione.
Boschetto: «Per noi tra terzo, sesto o ultimo posto non sarebbe cambiato nulla, si vede dalle ottime prevendite del tour che faremo a luglio in tutta Europa».
Il tour che parte dall’Arena di Verona ruota intorno all’ultimo disco, l’omaggio a Morricone?
Boschetto: «Abbiamo deciso di tenere in scaletta tutto il repertorio che abbiamo creato negli anni.
Accanto a 8 o 10 brani dell’album dedicato al maestro Morricone».
Barone: «Alcuni concerti sono il recupero di quelli del 2019 che abbiamo dovuto posticipare per il lockdown: dovevamo anche rispettare quella scaletta».
Ginoble: «Nel concerto cantiamo circa trenta brani. Del resto non abbiamo mai dedicato un tour a un album specifico, il titolo èIl Volo in concert».
Avete cantato con Barbra Streisand, Placido Domingo, Anastacia: chi vorreste incontrare in futuro?
Barone: «Due artisti che ammiriamo tantissimo: Roberto Carlos, cantante e compositore brasiliano, ritenuto uno dei precursoridel rock’n’ro ll in Brasile, e Luis Miguel, un artista messicano dal successomondiale».