Il Messaggero, 1 giugno 2022
La danza Odissi rafforza muscoli e mente
Riscoprire le danze tradizionali, specialmente le danze indiane, fa bene al corpo e alla mente: lo sostiene una recente ricerca promossa dall’American Heart Association, in collaborazione con David Marquez, professore di Chinesiologia all’Università dell’Illinois di Chicago. I movimenti a suon di musica con secoli di storia alle spalle (e quelli che arrivano dal continente indiano dettano tendenza) coniugano il desiderio di tenersi in forma con antichi segreti di bellezza e seduzione: ciò non solo dà beneficio all’agilità corporea e al tono muscolare, ma abbassa i livelli di cortisolo, contrastando lo stress psicofisico. A Manhattan è boom per le lezioni di Danza indiana Odissi che, approdate poi con successo in Germania e Regno Unito, stanno riscuotendo sempre più consenso anche in Italia, con numerose scuole che promuovono questo stile.
LE ARTI
Forte di una tradizione millenaria al suo attivo l’Odissi Dance, insegnata in molte università indiane, è lo stile più antico di danza classica dell’India, le cui origini si perdono nel Natyashastra, uno dei primi testi sulle arti sceniche in Oriente: è composta da una serie di pose e movimenti del corpo e del viso (occhi compresi) che affondano le radici nell’iconografia dei templi indù e nelle leggende della cultura induista. Ogni lezione inizia con semplici movimenti di ringraziamento alla Terra, poi si può spaziare in diverse coreografie a seconda del livello dei partecipanti; 36 i movimenti dei piedi, 22 quelli delle mani (i mudra) e 28 i mudra fatti con una sola mano. Come spiega Anindita Nanda, regina dello stile Odissi contemporaneo, che di recente da New York è volata a Roma per una masterclass al Ballet Center di Antonella Gennarelli, «la danza Odissi sviluppa non solo un’armonia del fisico a livello muscolare e una maggiore mobilità delle articolazioni, ma potenzia la concentrazione e la percezione di sé attraverso il movimento nello spazio, poiché le coreografie seguono forme geometriche precise».
IL RITORNO
Anindita, che tornerà a ottobre in Italia per nuovi workshop, aggiunge che «le lezioni di Odissi sono frequentate da allieve e allievi di tutte le età, dai 5 ai 65 anni: si può definire davvero una pratica body mind, perché fa bene al corpo, alla mente, alle emozioni» (www.aninditananda.com). Il potere healing di questa disciplina negli Stati Uniti la rendono già una dance therapy a tutti gli effetti: l’Odissi viene utilizzata in sessioni speciali di Movement Therapy (terapia del movimento) rivolte a malati di Parkinson così come a ragazzi autistici. Ogni coreografia e ogni postura hanno un significato profondo, da ricollegarsi alla mitologia induista e alle saghe che narrano di dei, animali e foreste sacre.
L’ALLENAMENTO
Quello su cui si punta, specialmente nelle lezioni rivolte al pubblico occidentale, è sprigionare la gioia del movimento, ma anche allenare lo sguardo attraverso i movimenti degli occhi, che diventano una salutare ginnastica oculare: questa tecnica, infatti, migliora la messa a fuoco e stimola la corteccia visiva del cervello. Molte donne si riappropriano di un maggiore senso di femminilità e seduzione attraverso la pratica, che nei corsi regolari prevede due lezioni a settimana, con particolare focus sui muscoli del core, ovvero la fascia muscolare compresa fra addome e schiena, per potenziare la consapevolezza di sé e l’equilibrio.
La respirazione avviene dalle narici e i ritmi musicali indiani aiutano a liberare la mente dai pensieri stressanti legati alle incombenze quotidiane. Per le sessioni, che possono svolgersi anche all’aperto se il terreno consente di praticare scalzi, è consigliato abbigliamento comodo e traspirante in cotone.