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 2022  maggio 31 Martedì calendario

Il dilemma di Conte

È tornata a riaffacciarsi l’ipotesi di un’uscita dal governo del Movimento 5 stelle (una crisi difficilmente risolvibile perché si porterebbe dietro la Lega), già in occasione del prossimo dibattito parlamentare sulla politica estera. E non perché sia concreta, specialmente con l’anticipo di quasi un mese, ma perché corrisponde ai desideri dell’anima più radicale dei pentastellati, che assiste all’inesorabile calo dei sondaggi e si chiede – e chiede a Conte – quali vantaggi avrebbe a restare nella maggioranza.
Ma Conte, si sa, come avvocato è un negoziatore. E soprattutto, diversamente dai più estremisti dei suoi, valuta anche le conseguenze di una caduta del governo per mano grillina e di elezioni anticipate che arriverebbero nel bel mezzo dell’emergenza guerra. E con pezzi sparsi dei 5S e pronti a scissioni grandi e piccole, realizzate o minacciate, pur di vedersi ricandidati con qualche prospettiva di rielezione in una situazione in cui solo uno su otto-dieci può sperare di essere rieletto.
Così l’avvocato del popolo mette in fila i problemi irrisolti sulla sua scrivania: il prossimo 7 giugno la magistratura di Napoli potrebbe emettere un’altra sentenza che contesta la sua rielezione a leader del M5S; più crescono le pressioni interne per l’uscita dal governo, più si delineano i contorni di un’ala governista, decisa a non condividere l’eventuale rottura con Draghi e a separarsi pur di restare in maggioranza (e tenersi le poltrone). Sarebbe più o meno ciò che accadde quando Berlusconi ruppe con il governo Letta, facendo nascere il partitino governista di Alfano, l’Ncd. Inoltre la questione delle liste, inizialmente immaginata come l’occasione, per Conte, di ricostruirsi gruppi parlamentari certo più piccoli, ma a propria immagine e somiglianza, rischia di trasformarsi in una lotta di tutti contro tutti. Conte, poi, è convinto che il Movimento debba mantenere un profilo di governo, non trasformarsi nell’insieme di tutte le proteste possibili. Ultimo, ma non in ordine di importanza, gli unici dati che reggono, nei sondaggi, sono quelli che riguardano la fiducia e la popolarità di Conte: ciò che renderebbe più facile, alla fine, per lui, farsi un partito suo e non continuare a reggere il timone di una nave che sta affondando. —