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 2022  maggio 30 Lunedì calendario

Once, pinte e pollici. Londra ritorna alle misure imperiali

 Brindare allo storico Giubileo di Platino della Regina con una pinta finalmente marchiata dal simbolo della Corona sul bicchiere. Il massimo del patriottismo per i britannici più tradizionalisti, per i brexiter e per Boris Johnson. Il cui governo, nei prossimi giorni, inaugurerà una eccezionale settimana di orgoglio nazionale. Non solo, nel weekend, il Paese celebrerà i 70 leggendari anni di Elisabetta II sul trono. Ma rimetterà la Corona sulle birre e, inoltre, avvierà una revisione delle norme vigenti per permettere in futuro a commercianti e gestori di locali di esporre e vendere i loro prodotti unicamente mediante le misure imperiali, liberandosi delle odiate misure Ue. E così via libera a once, libbre, piedi, galloni, iarde.
«Finalmente!», esulta una fonte governativa al Mirror, «noi inglesi che dicevamo “il bambino pesa quattro chili e mezzo”? Che orrore! Dieci once, si dice!». «Che meraviglia», si esalta il tory Sir John Hayes, «siamo liberi dalle catene Ue, ora mettiamo il simbolo della Corona dappertutto!». «Brinderò con ancora più felicità alla Regina», festeggia l’ex leader conservatore Iain Duncan Smith. E così il Regno Unito potrà nostalgicamente tornare a mostrare le sue unità di misura. «Finalmente ci riprendiamo quello che la Ue ci ha tolto!», titola ilDaily Mail. Anche se le cose non stanno così, in un Paese che innanzitutto ha un sistema misto: chili e grammi per il pane, pinte per il latte, litri per le bevande analcoliche, miglia per la viabilità stradale.
È vero che per le leggi europee, dal 2000 e prima della Brexit, dovevano essere sempre mostrate anche oltremanica le unità di misura continentali, con quelle imperiali eventualmente solo in aggiunta. Una decisione che in quegli anni scatenò la rivolta dei “martiri della metrica”, ossia quegli esercenti irriducibili che si fecero arrestare pur non di non piegarsi. Ma allo stesso tempo, l’Europanon ha mai imposto, per esempio, la rimozione del simbolo della Corona dalle pinte di ale e lager, per permettere l’introduzione del marchio di qualità “Ce”. Semplicemente, Bruxelles aveva chiesto di evitare elementi che potessero creare confusione sulla certificazione degli standard. Così il governo di Tony Blair decise, nel 2003, di rimuovere direttamente il simbolo della Corona dai boccali, che aveva imposto addirittura Guglielmo III nel 1699. Motivo: assicurare agli avventori di birra che i gestori dei pub non li gabbassero con un bicchiere più piccolo di una pinta, ovvero 20 once fluide imperialio 568 millilitri.Ma lo stesso George Orwell notava come gli inglesi fossero il popolo più nazionalista sulle birre e sul loro cibo, seppur non piaccia a molti. Boris Johnson lo sa bene. Non a caso, quando era un giovane e controverso giornalista corrispondente da Bruxelles per ilTelegraph, l’attuale primo ministro fece una crociata alla «guerra della Ue contro le nostre Prawn Cocktail Crisps». Ossia le patatine in busta al gusto di cocktail di gambero comunissime oltremanica, sebbene quella direttiva Ue sui coloranti non le avesse mai vietate. Oppure, Johnson millantò lo stesso, in campagna elettorale nel 2019, in una polemica sui limiti al confezionamento delle aringhe: «È colpa della Ue», strepitò, anche se la legge che imponeva quelle norme era inglese.
Diversi conservatori, come la deputata Alicia Kearns, sbotta: «Che stupidaggine!». Ma ora Johnson è in grave difficoltà dopo lo scandalo Partygate delle feste proibite in lockdown a Downing Street, i sondaggi sono a picco, cresce la rivolta dei deputati ribelli conservatoriche potrebbero sferrare il colpo decisivo per chiedere un voto di sfiducia contro di lui.
E poi, tra un mese, ci sono due importanti elezioni suppletive in West Yorkshire e Devon, zone brexiter. Dunque, il primo ministro vuole cercare di recuperare consenso così, calcando sul sentimento nazionalista e sul suo massimo successo in politica sinora, ossia la Brexit.
Basterà a risollevare le fortune di Boris? Da giorni si rincorrono voci di un nuovo party alcolico e proibito in lockdown a Downing Street. Anche questo forse organizzato dalla moglie Carrie Symonds, dopo la festa di compleanno a sorpresa per cui Johnson è stato già multato. Ma l’importante, in ogni caso, è berci su. Patriotticamente, ovvio.