Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  maggio 29 Domenica calendario

Chi è Vinicius jr

C’è Carletto che porta a casa la sua quarta Coppa dei Campioni e ci sono i mammasantissima che sono già alla quinta (Benzema, Modric, Kroos, Carvajal, Nacho, Casemiro, Bale, Isco e Marcelo), ma poi la quattordicesima del Real l’hanno vinta i ragazzini, Rodrygo in semifinale e Vinícius José Paixão de Oliveira Júnior, per brevità chiamato Vini Jr (Vini vidi vici, amano dire gli spagnoli giocando con le parole), perché il Real da qualche tempo ha smesso di sperperare milioni per fuoriclasse bolsi (che tristezza il declino dei panchinari Hazard e Bale) per puntare sui giovani che facciano da ponte tra una generazione e l’altra. Florentino avrebbe volentieri fatto un eccezione per Mbappé, ma alla fine il destino finirà per fare il suo gioco: Vini vidi vici è, oggi come oggi, il giocatore al mondo più simile al fuoriclasse del Psg, che ricorda per velocità, per inafferrabilità, per il suo farsi vento quando ha la palla tra i piedi e un prato davanti.
Per questi ragazzi, il Real spende soldi e pazienza. Vinicius l’ha comprato per 45 milioni, la cifra più alta mai pagata per un diciassettenne, l’ha lasciato in Brasile fino alla maggiore età e poi l’ha portato a Madrid senza fargli fretta anche se lui ha spesso abusato, all’inizio, della patente di fenomeno che gli hanno assegnato fin da ragazzino. «Il più forte del mondo sono io, poi viene Neymar», diceva quando non aveva dimostrato neanche il 10 per cento delle sue capacità. I vecchi del Real l’hanno messo in riga. Una volta le telecamere hanno pizzicato Benzema dire ai compagni di «non dare la palla a Vini, che pensa solo a sé stesso» e nessuno seppe dargli torto.
Piano piano, il ragazzo ha imparato, ha capito e adesso Benzema è il suo migliore alleato: nel Pallone d’oro che il francese vincerà ci sono molti assist di Vinicius, che quest’anno ha segnato 22 gol e ne ha fatto segnare 20. Ancelotti sognava un tridente con Mbappé a destra a lui a sinistra: dovrà accontentatesi di Rodrygo, che ha un anno in meno del 21enne connazionale e la stagione prossima esploderà anche lui, c’è da scommetterci.
Vinicius viene da una zona povera di Rio, Sao Gonçalo. Da piccolo aveva poco, ma quel minimo gli è bastato per cominciare con il calcetto e farsi notare dal Flamengo: giocava con i ragazzi più grandi di lui e li faceva ammattire. A Madrid ci ha impiegato un po’ a mettersi in riga, coi brasiliani va spesso così. Ma lui è un puro: dà lavoro a 39 persone, tra social media manager, fisioterapisti e tutto ciò che serve, ma soprattutto ha fondato il Vinicius Institute, una scuola che si basa sulla tecnologia e sullo sport per dare una possibilità di studio a ragazzi della sua cittadina di origine. Lui adesso sa già insegnare.