Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  maggio 29 Domenica calendario

Vincitori e vinti a Cannes 2022

È un racconto della fragilità maschile contemporanea Triangle of sadness di Ruben Östlund, film vincitore di Cannes 2022. Una satira grottesca in cui ruoli e classi sociali vengono capovolti e il misero valore economico della bellezza svelato. Il regista svedese agguanta la seconda Palma d’oro dopo The square nel 2017, «siamo stati completamente scioccati da questo film», ha detto il presidente di giuria Vincent Lindon. «Il cinema deve provocare, in modo intelligente, suscitare pensieri », spiega Östlund sul palco. L’idea della storia di una coppia di modelli che va in crociera e finisce in un naufragio nasce dalla sua voglia di esplorare, dopo il mondo dell’arte, quello della moda. «Mia moglie lavora nel settore, lì i modelli guadagnano un terzo delle colleghe, a trent’anni se non trovano una moglie ricca fanno i camerieri».
L’onda scandinava prosegue con lo svedese di origine egiziana Tarik Saleh premiato alla sceneggiatura conBoy from heaven , intrighi nella moschea a del Cairo, mentre il danese iraniano Ali Abbasi firma Holy spider su un serial killer di prostitute a Mashhad, contrastato solo da unagiornalista, ruolo che è valso il premio da attrice all’iraniana Zahra Amir Ebrahimi. È stato il colpo al cuore per molti Close , del fiammingo Lukas Dhont, Gran premio in un Festival che ha messo al centro storie di bambini, di identità, di fragilità maschile e forza femminile. Il film belga racconta dei tredicenni inseparabili Léo e Rémi, che lottano contro nemici immaginari, corrono in mezzo a campi fioriti, restano svegli di notte, uno ha troppi pensieri, l’altro gli racconta storie. Ma a scuola scatta l’ironia dei compagni sul loro affiatamento: in uno dei due scatta l’allontanamento, la ricerca del “gruppo”. L’altro si sente abbandonato, soffre, non ce la fa. Dice Dhont, nel 2018 rivelazione con Girl ,«siamo abituati a vedere uomini che si combattono, ho voluto fare un film sulla fragilità che non è una debolezza, ma un superpotere. Rispetto a quando ero giovano oggi vedo un miglioramento, agli uomini è più permessa la vulnerabilità. Ma sono anche molti gli esempi contrari. I due tredicenni sul set erano aperti rispetto al loro sentimento reciproco, ma cosa succederà quando ne avranno quindici?».
Il suo film ha vinto ex aequo con quello di Claire Denis, Stars at noon ,e sul palco l’autrice francese ricorda l’importanza del grande schermo. Come Close è un’amicizia profonda quella portata sullo schermo da Luca Marinelli e Alessandro Borghi inLe otto montagne , dal romanzo premio Strega di Paolo Cognetti, diretto dai registi belgi Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch.
La giurata Jasmine Trinca consegna loro il premio della giuria. Dice Charlotte: «Abbiamo voluto fare un film che parla della vita, con la sua fragilità e la sua forza. Le montagne vanno attraversate». Sul palco bacia con passione il marito «questo set ci ha salvato da una crisi», lui parla di un film pazzo, ringrazia Borghi e Marinelli, mentre lei cita Cognetti «che ha messo il cuore nel suo libro e noi ci abbiamo messo il nostro».
Il premio è andato, ex aequo, anche al poetico EO di Jerzy Skolimowski con Lorenzo Zurzolo, il mondo visto con gli occhi di un asino innocente. Ancora un ragazzino e una adolescente, immigrati africani in Belgio, sono protagonisti di Tori e Lokitadei veterani belgi Jean-Pierre e Luc Dardenne, due Palme all’attivo: soli contro tutti, lui del Belin, lei del Camerun, si sentono fratelli. Al film il Premio speciale della 75esima edizione. In un palmarès colonizzato dal Nord Europa, sono premiati il giapponese Hirokazu Kore’eda, che torna quattro anni dopo la Palma aUn affare di famiglia , inBroker , dalle scatole usate per abbandonare i neonati, il coreano Kang-ho Song, famoso per Parasite , che agguanta il premio da migliore attore. Premio alla regia per Park Chan-wook e il thriller amoroso Decision to leave .
Restano fuori dai premi Mario Martone e Pierfrancesco Favino con
Nostalgia , molto apprezzato dalla critica internazionale, e Les amandiers ,il vitalissimo film di ValeriaBruni Tedeschi.