Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  maggio 28 Sabato calendario

Martina Trevisan ha battuto l’anoressia

Il gancio mancino, il profondo lungolinea di dritto, le volate a rete, il coraggio, la grinta, la concentrazione punto dietro punto, e poi il sorriso, quel sorriso dolce, soddisfatto, di chi è contento di esserci e di aver appena fatto la cosa giusta, lasciandosi alle spalle i brutti pensieri del passato. Non c’è sorpresa nell’italiana che arriva agli ottavi al Roland Garros: Martina Trevisan, ora già numero 43 Wta, gioca bene a tennis ed è in fiducia. Così, sulle ali del primo torneo WTA appena vinto a Rabat, la piccola toscana (1.60) allunga la striscia a 8 successi di fila eliminando la veterana Gavrilova/Saville e si presenta domani, favorita dalla superficie, all’inedita sfida contro Aliaksarda Sasnovich (n.47), la coetanea bielorussia che ha collezionato gli scalpi doc Raducanu e Kerber. «È un’avversaria difficile, si muove bene». Per capire il valore dell’impresa: con i 14 game concessi nei primi 3 turni, Martina è l’italiana ad aver raggiunto gli ottavi Slam in maniera più netta dagli Us Open 2013, quando Flavia Pennetta ne perse appena 12. Contro la Sasnovich proverà a diventare l’ottava italiana di sempre a raggiungere due quarti in uno slam. Niente male. Sul rosso, la 28enne azzurra vale più del numero 59 del mondo, come confermano i quarti di due anni fa sempre a Parigi, quando, partendo dalle qualificazioni infilò Giorgi, Gauff, Sakkari e Bertens (allora 8 WTA), e si arrese solo alla futura regina Swiatek. E come dicono i successi di quest’edizione del secondo Slam stagionale dove ha superato tutte avversarie abbordabili, come Dart, Linette e ora l’ex russa naturalizzata australiana, in tabellone col cognome del marito, Saville. Ma non solo Martina ha sempre vinto in due set, ha ceduto al massimo 7 games a match. «Più che darmi fiducia – racconta -, le partite vinte mi mettono calma nel momenti di difficoltà». Con l’aggiunta di un servizio sempre più affidabile: «Grazie alla video analisi con Danilo Pizzorno ora il movimento iniziale è più fluido, lungo ed armonioso». C’è di più, in Martina Trevisan c’è molto di più: «Come dicono Matteo (coach Catarsi, ndr) e Donato (Quinto, il preparatore atletico), sento che in realtà i miei anni non sono 28 ma 24, quelli che non ho giocato non li conto. So che in campo so fare tante cose diverse che possono dar fastidio alle avversarie, dal gioco a tutto campo alla varietà di tocco, con lo slice e la smorzata». Il duro lavoro paga: «Sapevo che prima o poi i risultati sarebbero arrivati: la motivazione mia e delle altre ragazze di Fed Cup viene anche dai risultati dei ragazzi, ora io, Jasmine (Paolini) e Lucia (Bronzetti), con Camila (Giorgi) stiamo diventando una grande squadra». Perché sorridi, Martina? «Sono sorrisi di gratitudine, sono contenta di essere dove volevo. Rivedo i flash di altre partite, perché non sempre vince la più forte. Ora mi dico: Questa partita qui non la perdi. Ora ricordo altre situazioni e poi mi dico brava. Il quadriennio-incubo, 2010-2014, con l’oblio, l’anoressia, la separazione dei genitori: tutto cancellato. Martina che distribuisce baci ed asciugamani al pubblico, Martina dolce Martina, non hai ringraziato lassù: ma tu sei cattolica? «Prossima domanda?».