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 2022  maggio 28 Sabato calendario

Incubo mine nel Mar Nero

Ci sono tra le 400 e le 500 mine, prodotte ai tempi dell’Unione Sovietica, posizionate dai russi nel Mar Nero. Anche per questo le navi con il grano non possono partire dai porti, dicono gli ucraini: quando il mare è agitato, queste mine sono fuori controllo e dunque pericolose. Va detto che il presidente russo Putin, nel colloquio telefonico di ieri con il cancelliere austriaco Karl Nehammer, ha detto l’opposto: «L’Ucraina deve sminare i porti il prima possibile per consentire il passaggio delle navi». Una frase analoga l’aveva pronunciata il giorno prima nel corso delle conversazione con Mario Draghi.
PERICOLO
La Bbc ieri ha citato il portavoce dell’amministrazione militare regionale di Odessa, Serhiy Bratchuk, che ha spiegato: «La Russia ha creato una crisi alimentare nel mondo bloccando i porti, sta utilizzando un alibi incolpando l’Ucraina di questa emergenza globale». Il blocco dei porti ucraini del Mar Nero, cominciato il primo giorno dell’aggressione russa, il 24 febbraio, ha causato lo stop alle esportazioni di grano: sono ferme 20 milioni di tonnellate. La Russia ha sì aperto alla possibilità di autorizzare dei corridoi umanitari per fare passare le navi, ma solo se l’Occidente rinuncia alle sanzioni contro Mosca.
INTERVENTO
Resta il nodo delle mine e del blocco dei porti sul Mar Nero (controllati dagli ucraini) ma anche sul Mar d’Azov (come Mariupol, ormai presa dai russi). Sarà necessaria una complessa operazione di sminamento in cui anche l’Italia potrebbe avere un ruolo da protagonista, d’intesa con la Nato e con gli Stati Uniti. Da una parte va detto che i genieri italiani sono molto stimati a livello internazionale, dall’altra l’idea di Palazzo Chigi è di ricorrere all’invio delle due cacciamine della classe Gaeta e Lerici. Perché questo possa avvenire, però, sarà necessario prima un accordo sul cessate il fuoco che per ora non è all’orizzonte. Queste imbarcazioni, con un equipaggio di cinquanta persone, sono lunghe cinquanta metri e sono specializzate nella rimozione delle mine, sono in vetroresina e hanno una limitata massa metallica. A bordo ci sono palombari esperti sminatori, ma c’è anche il ricorso a una tecnologia molto sofisticata, grazie all’utilizzo di robot che possono individuare le mine.
Nei giorni scorsi, l’Onu ha osservato che se non partiranno le navi dai porti ucraini, oggi ferme anche a causa della presenza delle mine nel mar Nero, si creerà una emergenza alimentare a livello planetario. Il segretario generale Antonio Guterres ha avvertito: «Alcuni paesi potrebbero affrontare carestie a lungo termine se le esportazioni dell’Ucraina non venissero riportate ai livelli prebellici». Guterres ha aggiunto: «Il conflitto minaccia di portare decine di milioni di persone oltre il limite dell’insicurezza alimentare seguita da malnutrizione, fame di massa e carestia».