Corriere della Sera, 28 maggio 2022
La stilista Tiziana Fausti contro i giovani
«Leopardi aveva scritto l’Infinito a 19 anni ma questi non sanno nè scrivere nè parlare». E nemmeno vestirsi. Quanto al lavoro: «Quando vengono a chiedere un posto, pensano solo al sabato e la domenica libera e a come saranno pagati gli straordinari». A dirlo, senza troppi giri di parole, anzi con parole che fanno discutere, è Tiziana Fausti, la «Signora della Moda» bergamasca a capo della holding Exor (130 dipendenti e un fatturato multibrand nel lusso che nell’anno pre-pandemia, da oltre 80 milioni di euro di ricavi). Una disamina partita da questioni di dress code scolastico (e rinfocolate in settimana a Bergamo dalla circolare dell’Istituto Einaudi che aveva espressamente vietato i bermuda in classe). «È un problema di educazione e di rispetto che vale sul posto di lavoro come a scuola, che poi è il posto di lavoro dei ragazzi. Che sopportino un po’ di caldo che si cresce pure meglio. Il vero problema non è la forma, ma la formazione dell’individuo. Questo eccessivo permissivismo che abbiamo adottato negli ultimi tempi non ha dato dei grandi risultati. Ha prodotto degli imbecilli» ha dichiarato Fausti rifacendosi alla propria esperienza di imprenditrice alle prese con assunzioni difficili. «Mi rendo conto alla selezione del personale per le mie attività della difficoltà di trovare candidati idonei. Questo significa che o la famiglia o la formazione o la scuola non sono state sufficienti. Ben venga, dunque, un po’ di disciplina che porti al rispetto altrimenti si crescono persone senza nerbo». I candidati avanzerebbero pretese tout court: «A chi chiede lavoro dico: comincia a darti da fare, a sacrificarti, a diventare indispensabile per la realtà in cui lavori. Quello che chiedo è che ci sia almeno l’attitudine a fare qualcosa e, invece, vedo gente che pensa solo a chiedere e basta». Fausti, che ha cominciato vendendo borse in un piccolo negozio in centro a Bergamo, non si meraviglia della difficoltà di ingaggio. «Per forza non si trova personale nei ristoranti, lo Stato – dice – li mantiene a casa con la Naspi e il Reddito di Cittadinanza. Uno fa dei lavoretti, il dog sitter e lo stipendio se lo porta a casa lo stesso. Sperando che arrivi la fine del mondo e senza mai pensare al futuro».