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 2022  maggio 27 Venerdì calendario

I MISTERI DI POMPEI SVELATI DAL GENOMA - ALCUNI SCIENZIATI HANNO MAPPATO IL DNA DEL POMPEIANO, VITTIMA DELL'ERUZIONE DEL VESUVIO DEL 79 DOPO CRISTO, RITROVATO NELLA "CASA DEL FABBRO" - L'UOMO AVEVA 35-40 ANNI, ERA MALATO DI UNA MALATTIA SIMILE ALLA TUBERCOLOSI - IL DNA ERA MOLTO DEGRADATO MA È STATO POSSIBILE ESTRARLO PERCHÉ SI TROVAVA IN UN AMBIENTE PRIVO DI OSSIGENO GRAZIE A… -

Pompei non finisce di stupire, lo dicono in tanti. E produce una novità che apre orizzonti ancora ignoti: per la prima volta è stato possibile leggere il Dna di una delle vittime dell'eruzione del 79 dopo Cristo. Fino ad oggi erano stati analizzati solo frammenti del Dna mitocondriale, cioè non contenuto nel nucleo delle cellule.

Stavolta è diverso e c'è anche un identikit del pompeiano ritrovato nella Casa del Fabbro: un uomo di 35-40 anni, soffriva di una malattia affine alla tubercolosi, quasi certamente di spondilite tubercolare, ovvero il morbo di Pott, e probabilmente era originario dell'Italia centrale.

Lo studio è frutto del lavoro di un gruppo intercontinentale coordinato da Gabriele Scorrano, giovane professore di genetica che insegna sia all'università di Copenaghen che a Roma Tor Vergata: con lui hanno collaborato Serena Viva, dell'Università del Salento a Lecce, ma anche la Irvine University della California e l'università Federale di Minas Gerais a Belo Horizonte in Brasile.

Il Dna, spiegato Scorrano, era molto degradato ma è stato possibile comunque estrarlo perché lo scheletro si trovava in un ambiente privo di ossigeno (che catalizza le reazioni) grazie alla cenere lavica. Ancora Scorrano: «Le informazioni genetiche non ci permettono di descrivere l'uomo fisicamente, ma le informazioni forniscono elementi scientifici utili a comprendere che in quell'epoca in Italia potrebbero esserci stati alti livelli di diversità genetica». L'Impero romano era per sua natura inclusivo e multietnico, e il Dna dello sconosciuto pompeiano malato di spondilite tubercolare lo confermerebbe.