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 2022  maggio 27 Venerdì calendario

Il caso dei passeggeri spinti sui binari del metrò

Terrore in metropolitana. E per fortuna, nella stazione di Rogoredo, a Milano, la tragedia questa volta è stata solo sfiorata. Sì, perché qui mercoledì alle 11 di sera, una donna di 29 anni ha spintonato senza motivo una sconosciuta di 26 mentre si avvicinava il treno della linea 3. La malcapitata, per fortuna, ha mantenuto l’equilibrio: ed è finita in ospedale, sì, ma solo per lo choc. L’altra ha tentato di fuggire ma è stata trattenuta da altri viaggiatori fino all’arrivo della Polmetro, che l’ha arrestata. L’assalitrice, con piccoli precedenti penali, è ora accusata di tentato omicidio. Ma nessuno si è fatto male e il reato potrebbe essere derubricato a qualcosa di meno grave.
Peccato che quel gesto di follia è terribilmente simile ad atti analoghi che negli ultimi anni si sono ripetuti spesso nella metropolitana di New York e hanno trovato imitatori anche altrove: da San Diego (dove un 60enne è stato ucciso così il 2 gennaio) a Parigi e Bruxelles, ben prima del brutto episodio di Milano Ma è soprattutto in quel reticolato sotterraneo che è il sistema metropolitano della Grande Mela che sisusseguono gli episodi. Nel solo 2022 sono già sei le persone spintonate sui binari. Il caso più drammatico è stato certo quello di Michelle Alyssa Go, 40 anni, una donna asiatica travolta dal treno sotto il quale l’ha gettata un uomo visibilmente instabile lo scorso 16 gennaio alle 9.30 del mattino in una delle stazioni piùfrequentate del mondo, Times Square. L’assassino, Martial Simon, 61 anni, successivamente arrestato, è un senzatetto con una lunga storia di disagio psichico e violenze. Aveva inizialmente puntato un’altra donna che era però riuscita ad allontanarsi quanto basta per assistere con raccapriccio alla morte di Go. Un episodioche ha scioccato i newyorchesi: arrivato due settimane dopo la morte, all’alba del primo gennaio, di Roland Hueston, 38 anni, travolto mentre tentava di aiutare una persona (che se l’è cavata) scaraventata sui binari da una gang di teenager che lo aveva derubato. Mentre una settimana dopo la tragica fine di Go un’altra persona il cui nome è rimasto anonimo è sopravvissuta all’impatto col treno, ma ha perso una gamba. Questo tipo ben specifico di attacchi, che ormai ha convinto i newyorchesi doc che starsene con la schiena raso muro è il modo più sicuro di starsene sulla banchina, hanno in realtà cominciato a susseguirsi nel pieno della pandemia: quando il numero di passeggeri era bassissimo. Nel 2020 ce ne sono stati 26 e nel 2021 ben 30: e hanno provocato complessivamente 13 morti. D’altronde, teatro di altri due recenti e sanguinosi attacchi, sia pure di genere ben diverso — la sparatoria sulla linea N dello scorso 12 aprile dove sono rimaste ferite 23 persone e l’assassinio a sangue freddo di un uomo colpito in petto da un colpo di pistola sparato da uno sulla metro Q — la subway newyorchese, «da sempre regno di disperati e squilibrati» è ormai «il simbolo di una città che fatica a riprendersidal terremoto sociale provocato dalla pandemia», come ha scritto ilNew York Times proprio ieri. Ma il fenomeno si ripete anche altrove.
Squilibrato era infatti pure il venticinquenne che a Parigi, lo scorso 4 gennaio, ha spintonato a tarda sera un viaggiatore per i fatti suoi, sui binari della Linea 5, alla stazione di Gare de l’Est: sfogando poi la sua furia sulle panchine della fermata. Per fortuna non passava nessun treno e la vittima se l’è cavata con un grande spavento. A Settembre 2021 un episodio analogo era avvenuto alla stazione di Porte de la Villette: anche lì nessuno si era fatto male. A Bruxelles, invece, solo la prontezza del conducente, che è riuscito a tirare il freno d’emergenza, ha salvato la vita della giovane donna spintonata con grande violenza dal solito sconosciuto lo scorso 14 gennaio.
«Spesso si tratta di persone malate che hanno perso ogni senso di realtà e dicono di obbedire a voci o hanno altre paranoie persecutorie» spiega al programma tv20 Minutesla psichiatra francese Magali Bodon- Bruzel che ha condotto uno studio sul fenomeno: «Interpretano a loro modo un gesto, uno sguardo e agiscono in un contesto allucinatorio. Purtroppo, individuarli è estremamente difficile». Anche per questo a New York ora si guarda all’esperienza di altre città dotatesi di barriere anti-suicidio, che si aprono solo quando il treno è fermo. Ma servirebbero investimenti importanti che la Grande Mela per non può permettersi. Ai viaggiatori, insomma, non resta che aspettare il treno standosene raso muro.