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 2022  maggio 26 Giovedì calendario

La Bulgaria compra il gas Usa

Non si vive di solo gas russo. Per informazioni chiedere alla Bulgaria, che a fine di aprile, con la Polonia, è stato il primo Paese europeo a subire il blocco dei rifornimenti di metano da Mosca. Disperazione energetica? Crisi elettrica? Neanche un po’: l’oro azzurro si trova anche fuori dai confini russi. E a prezzi più convenienti. Per esempio negli Usa.

Il colosso russo Gazprom ha sospeso le forniture di gas a Bulgargaz, la più importante società energetica della Bulgaria. Sofia, come Varsavia, non ha accettato il nuovo sistema di pagamento del metano in rubli imposto dalla Russia dopo le sanzioni stabilite dall’Occidente in risposta all’invasione dell’Ucraina. E il Cremlino ha agito di conseguenza.
Bulgargaz aveva un contratto di fornitura in scadenza alla fine del 2022. Oltre il 90% del fabbisogno di gas della Bulgaria, sino a oggi, è stato soddisfatto con le importazioni di Gazprom. Si parla di 3 miliardi di metri cubi all’anno. Mentre gli analisti si dicevano preoccupati per l’impatto negativo che lo stop di Gazprom avrebbe potuto avere sulla sicurezza energetica nazionale, il ministro bulgaro dell’Energia, Alexander Nikolov, aveva già individuato le possibili alternative. Una su tutti: gli Stati Uniti.

Il premier bulgaro, Kiril Petkov, e il vicepresidente Usa, Kamala Harris, hanno siglato un accordo secondo il quale la Bulgaria, a partire da giugno, riceverà forniture di gas naturale liquefatto (Gnl) statunitense a prezzi inferiori rispetto a quelli di Gazprom.
Il viceministro dell’economia, Georgi Danailov, ha rivelato che le trattative con Washington risalgono allo scorso febbraio. La Bulgaria, di fatto, ha anticipato le mosse del Cremlino. E non si è fatta trovare impreparata quando Mosca ha fermato le forniture di gas verso Sofia.
«Questa è la conclusione dei colloqui tenuti durante questo periodo», ha detto Danailov all’emittente bulgara Nova Tv, «Al momento non ho dettagli sui costi, ma è del tutto possibile che il prezzo sia inferiore a quello di Gazprom, che era piuttosto alto. Il costo del gas attraverso i metanodotti, se consegnato a una distanza di oltre 4 mila chilometri, diventa abbastanza elevato, e potrebbe essere superiore a quello del Gnl».
L’intesa raggiunta tra la Bulgaria e gli Usa rientra in un accordo più ampio: quello tra gli stessi Stati Uniti e l’Unione europea, che lo scorso marzo ha annunciato di aumentare le importazioni di Gnl americano per ridurre la dipendenza dell’Europa dalle risorse energetiche russe. «Questo è il patto generale tra il presidente Joe Biden e Ursula von der Leyen per iniziare le forniture regolari di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti», ha ricordato il viceministro Danailov.
Ma non ci sono solo gli Usa. A fine di giugno sarà operativa l’interconnessione di gas tra la Bulgaria e la Grecia tramite la quale Sofia riceverà un miliardo di metri cubi di metano in più all’anno. Un quantitativo sufficiente per un terzo dei consumi totali. Le autorità bulgare, nel frattempo, stanno cercando di negoziare un triplice aumento delle forniture dall’Azerbaigian. L’esempio bulgaro vale per tutta l’Europa: fare a meno del gas russo è possibile. Basta avere una buona strategia di previsione energetica.