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 2022  maggio 25 Mercoledì calendario

Ferrieri Caputi, il primo arbitro donna in Serie A

Il primo arbitro donna in serie A? Ci siamo, finalmente. La prossima stagione sarà quella buona. Il retroscena arriva diritto dritto da Coverciano, dove ieri s’è tenuto un prezioso incontro fra i fischietti e la stampa, fortemente voluto dal presidente Alfredo Trentalange, che con la sua governance sta dando una svolta sotto l’aspetto comunicativo e non solo. Il numero uno dell’Aia tiene a precisare che, se davvero nel campionato 2022/23 ci sarà l’esordio di un arbitro donna, «sarà per merito e non per privilegio». Giusto così. 
Anche perché Maria Sole Ferrieri Caputi, 32 anni, l’indiziata numero uno, non ha alcun bisogno di quote rosa per farsi largo fra i maschi: i suoi parametri, assicurano i vertici, sono eccellenti. E se continua così, confermano, il gran debutto è vicino, vicinissimo. 
È una predestinata, Maria Sole. Nel dicembre di un anno fa è stata la prima donna a dirigere (benissimo) una squadra di serie A, il Cagliari, ma era Coppa Italia, sedicesimi di finale. «Non chiamatemi arbitra, ma arbitro – disse in un’intervista al Corriere all’indomani del debutto —. Novanta volte su cento quando mi dicono arbitra è per sottolineare che sono una donna. Quindi preferisco arbitro. Credo che quando non ci sarà più l’esigenza di sottolinearlo, allora vorrà dire che ci sarà davvero parità». Ha personalità e idee chiare, questa livornese laureata in Sociologia che nella vita si divide fra il calcio e l’impiego a Bergamo in un centro studi di diritto del lavoro. Oltre alle qualità tecniche, ha anche la predisposizione giusta per un ruolo che sta profondamente cambiando e per il quale oggi è fondamentale fare squadra, visto che la figura dell’arbitro come uomo solo al comando non esiste più. «Io sono soltanto la punta dell’iceberg di un movimento in crescita. Sono soddisfatta, ma ho tanto da imparare», le sue parole. 
Al Mondiale in Qatar di novembre-dicembre saranno ben tre le donne a fischiare: la bravissima francese Stephanie Frappart, la rwandese Salima Mukansanga e la giapponese Yoshimi Yamashita. Sarebbe ora che anche la nostra cara vecchia serie A si adeguasse ai tempi, almeno in questo. Non per una questione ideologica, ma perché sono diverse le donne brave e pronte al grande salto: Ferrieri Caputi è solo la punta di diamante. «Il mondo degli arbitri ha bisogno di belle storie» ribadisce Trentalange, che anche ieri ha sottolineato come la crisi di vocazioni sia una tematica sempre più stringente. Negli ultimi anni si sono persi 4mila giovani arbitri. Colpa soprattutto delle aggressioni, purtroppo sempre più frequenti, specie sui campetti di periferia. Protagonisti, purtroppo, sono spesso ragazzini di quindici-sedici anni che ovviamente dopo uno choc del genere abbandonano ogni velleità. «Avanti di questo passo, chi dirigerà le partite?» si chiede giustamente il numero uno dell’Aia. 
Ha ragione, servono belle storie. E quella di Ferrieri Caputi, la prima donna destinata ad arbitrare in serie A, per merito, lo è eccome.