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 2022  maggio 24 Martedì calendario

Il presidente di Ita vuole uno stipendio più alto

Nuove turbolenze nei cieli di Ita. Il presidente esecutivo Alfredo Altavilla ha duramente criticato i compensi che i manager di punta ricevono. Lui, incluso. Altavilla guadagna 400 mila euro lordi annui di fisso, cui si possono aggiungere fino a 400 mila lordi di parte variabile. Accelera, intanto, la vendita di Ita: le due cordate in campo inviano la proposta di acquisto, anche se “condizionata”.
Gli stipendi dei dieci top manager di Ita e del presidente esecutivo Altavilla sono stati delineati dai tre consiglieri d’amministrazione del Comitato Retribuzioni. Il consiglio di amministrazione e l’azionista unico di Ita (l’Economia) li hanno poi approvati. Ora, prima dell’approvazione, il manager ha contestato in Cda il metodo di determinazione degli importi e, a cascata, gli importi stessi. Altavilla spiega ad esempio che Ita non ha tenuto conto del suo «necessario abbandono di un analogo ruolo apicale in una società quotata». Altavilla giudica la retribuzione, quindi, «gravemente lesiva della sua storia manageriale, esperienza e competenza nonché in totale disallineamento con i risultati dell’azione sin qui espressi nella società».
Le ragioni dell’errore? Secondo Altavilla, il Comitato Remunerazioni avrebbe dovuto dialogare con lui e gli altri top manager prima di delineare le retribuzioni. L’assenza di interazione è qualcosa che lui non ha sperimentato «a nessuna latitudine pure avendo servito in consigli negli Stati Uniti, in Cina, India, Germania, Russia, Francia, Australia ». Alla fine, la politica di remunerazione «è illogica, paradossale, slegata dal corretto benchmarkdi settore pur essendosi il Comitato Remunerazioni avvalso di tre
advisor a supporto».
Il ministero dell’Economia, intanto, valuterà le due offerte – ma “condizionate” – arrivate per la maggioranza di Ita. A inviare l’offerte (alle 21 di ieri) è stata la cordata tra Lufthansa ed Msc. Entro la mezzanotte di ieri, termine ultimo, è arrivata anche l’offerta di Air France e Delta con il fondo Certares (che ha aperto una Srl a Milano per gestire l’acquisto di Ita). Le cordate condizionano l’acquisto di Ita all’avverarsi di alcune condizioni. Vogliono ad esempio che Palazzo Chigi regoli i sussidi pubblici alle compagnie low cost .Ma l’offerta condizionata consente anche alle aziende della stessa cordata di perfezionare l’intesa. Lufthansa, ad esempio, chiede a Msc di gestire Ita perché quello è il suo mestiere. Invece Msc fa soprattutto trasporto merci via mare e crociere. Msc obietta che Lufthansa non potrà certo pilotare Ita se investirà poche centinaia di milioni in una quota minimale della compagnia. Per questo, alla fine, la quota di Lufthansa in Ita potrà essere più ampia di quanto si prevedeva. In settimana, vertice a Francoforte per definire due cose: le partecipazioni di Msc e Lufthansa in Ita, e soprattutto il patto parasociale che preciserà i rapporti di forza nella gestione operativa.
Nell’altra cordata, si muove il fondo Certares. Il fondo non può avere la maggioranza di Ita perché statunitense (le norme Ue lo vietano). E così Certares apre una Srl in Italia - Certares Europe - con sede legale in via Bocchetto, 6 (siamo a Milano). Amministratore unico è Greg O’Hara, presidente del fondo statunitense Certares. Il manager – nato in Germania da immigrati greci - è nell’atto costitutivo della Srl milanese proprio con il suo nome greco (O’Chara Maikl Gkregkori). Nome poi modificato in Greg O’Hara da quando ha preso la cittadinanza canadese.
Adesso il fondo Certares ha una Srl italiana per comprare Ita. Beneficiario dell’acquisto - se perfezionato - sarà quel O’Chara Maikl Gkregkori (oggi Greg O’Hara) che è anche cittadino greco con passaporto europeo.