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 2022  maggio 22 Domenica calendario

Putin taglia il gas alla Finlandia

La Finlandia ha adottato, contrariamente a Italia e Germania, la linea del rigore. Non pagherà il gas russo in rubli. E Mosca ha reagito tagliando tutte le forniture di metano a Helsinki. L’impresa finlandese Gasum, che compra l’energia per soddisfare il fabbisogno della Finlandia, ha comunicato che da oggi il metano sarà, intanto, garantito dal gasdotto che collega il Paese scandinavo all’Estonia, Balticconnector. IlCremlino ha puntualizzato che «nessuno fornirà niente gratis». In realtà la disputa con l’Europa è nata dalla richiesta senza precedenti di Mosca di ricevere pagamenti in rubli. Un modo di proteggere una valuta finita sotto attacco per l’isolamento della Banca centrale russa; mossa che le ha reso le ampie riserve in dollari ed euro inaccessibili.
Ma all’inizio di aprile la Finlandia e l’Estonia avevano già annunciato la costruzione di un rigassificatore galleggiante al largo delle coste finlandesi: un modo per far arrivare il metano via nave ed emanciparsi dai gasdotti russi. L’accordo firmato con l’americana Excelerate Energy, secondo la ministra delle Finanze Annika Saarikko, «ci consentirà di liberarci dal gas russo». La decisione drastica del Cremlino di congelare il gas a Helsinki non è solo motivata dal rifiuto di pagarlo in rubli, ma anche dalla storica decisione di aderire alla Nato. La richiesta ufficiale è arrivata questa settimana insiemealla Svezia. E Putin ha subito minacciato ritorsioni.
In totale, Helsinki importa il 34% dell’energia da Mosca, secondo dati dell’Istituto di statistica. E consuma appena il 5% di gas, che proviene però quasi tutto dalla Russia. Le forniture di metano sono cruciali per l’industria finlandese. Tanto che il ministro dell’Energia ha messo in guardia già una settimana fa che il taglio delle forniture «sarebbe un colpo molto duro per l’industria finlandese che rischierebbe di spazzare via centinaia di posti di lavoro». Helsinki mette in conto anche un’impennata dei prezzi del metano che verrà ora importato dall’Estonia.
La premier Sanna Marin aveva già espresso ad aprile il desiderio di «liberarsi delle fonti fossili russe». E un sondaggio di Greenpeace ha rivelato che una travolgente maggioranza di finlandesi - il 78% - vuole che Helsinki smetta di comprare energia da Putin, anche se significa pagare bollette più alte. Sulla scia dellecrescenti tensioni, anche il progetto per una centrale nucleare russo-finlandese nato da una partnership tra Rosatom e Fortum è stato cancellato. E le importazioni di petrolio sono state tagliate del 70% già a marzo, nel primo mese dell’invasione dell’Ucraina, sostituite con prodotto norvegese. Helsinki ha agito rapida per tagliare il cordone ombelicale con la Russia. Ma per privarsene del tutto ci vorrà ancora del tempo.
Una prima ritorsione russa aveva colpito la Finlandia già la scorsa settimana: l’azienda Rao Nordic controllata da Mosca aveva tagliato del tutto le esportazioni di energia elettrica alla Finlandia. Ma quel 10% di fabbisogno è stato facilmente sostituito. Per il gas sarà più complicato, non impossibile. Per azi ende come Neste, Metsa e altre attive nei settori cruciali del legno, della chimica e dell’alimentare dovranno essere trovate rapidamente delle alternative. Il governo di Sanna Marin ci sta lavorando.