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 2022  maggio 21 Sabato calendario

Per Red Bird il Milan vale 1,3 miliardi

Il suo nome è Gerry Cardinale e con il suo fondo di investimento Red Bird, specializzato nel mondo dello sport professionistico, sta cercando un posto di primo piano nel calcio europeo. E lo fa con operazioni che diventano spesso storie da raccontare. In Spagna, quando ha rilevato una quota di minoranza del Malaga, ha coinvolto Antonio Banderas, grande tifoso del club andaluso che negli anni scorsi ha frequentato anche la Champions League, salvo ora trovarsi nei bassifondi della Segunda, la serie B spagnola. In Francia, invece, ha fatto il percorso inverso: un anno fa ha preso il controllo del Tolosa, nobile decaduta e l’ha riportata – nella stagione appena conclusa – in Ligue 1 dopo una cavalcata condotta sempre in testa. A Liverpool si è presentato con un assegno da 735 milioni di dollari per diventare il terzo socio dei Reds, anche se questo gli ha poi impedito di prendere il Chelsea.
Alla collezione non poteva mancare il grande colpo in Serie A, diventata ormai terra di conquista di investitori a stelle e strisce: sette i club di proprietà americana, compresa la serie cadetta. Pur di entrare da socio di maggioranza del Milan ha alzato la sua offerta in modo da valorizzare il club rossonero attorno a 1,3 miliardi di euro, con la possibilità che diventino addirittura 1,8 nel caso in cui vengano raggiunti una serie di risultati, non ultimo l’avvio dei lavori per il nuovo stadio di proprietà.
Red Bird ha vinto in volata – esattamente come toccherà fare al Milan fra poche ore per aggiudicarsi lo scudetto sull’Inter – battendo la concorrenza del fondo di investimento Investcorp, con sede in Bahrain, che solo un mese fa si era già convinto di aggiungere il Milan ai club europei sotto il controllo degli investitori del Golfo, dal Manchester City al Psg. Da ieri, invece, Investcorp si è fatta ufficialmente da parte ritirando l’offerta da 1,1 miliardi e dando il via libera a Red Bird che la settimana prossima annuncerà il suo sbarco nel calcio italiano. Non è stata solo una questione di soldi: Elliott voleva rimanere con una quota,in modo da monetizzare successivamente scommettendo sulla crescita dei ricavi, il nuovo San Siro e il ritorno stabile tra le prime d’Europa. Oltre al fatto che gli arabi non volevano dividere la società con Elliott. Secondo fonti finanziarie, raccolte sia a Milano che a New York, l’accordo è stato favorito dai rapporti tra la famiglia Singer, che gestisce da oltre 30 anni il fondo Elliott, e Cardinale. Ex partner della potentissima banca d’affari Goldman Sachs, nel 2014 si è messo in proprio con un fondo che gestisce al momento circa 5 miliardi di dollari, ma vuole salire a breve a 11.
Dal 2020 ha lanciato uno specifico veicolo finanziario per scommettere su quelle società sportive che confinano con la media company: club seguiti da milioni di appassionati, che attirano sponsor là dove il gioco diventa soprattutto spettacolo. Un identikit perfetto per il Milan, con le sue sette Coppe dei Campioni nonché la squadra italiana con più tifosi“certificati” nel mondo. Rimane da capire ora quali saranno le ambizioni del fondo americano, anche se di fondo proseguiranno nella linea tracciata da Elliott: giocatori giovani di qualità, autosufficienza finanziaria, contenimento dei costi a partire dal monte salari.
Cardinale verrà subito messo alla prova: c’è da sciogliere il nodo del rinnovo di Rafael Leao la cui valutazione è lievitata a 60-70 milioni. Trattenerlo – senza cadere alla tentazione di venderlo per finanziare la prossima stagione – sarà il suo biglietto da visita ai tifosi.