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 2022  maggio 21 Sabato calendario

Il nuovo governo Macron

Un mese dopo la sua rielezione, Emmanuel Macron sceglie un nuovo governo all’insegna della continuità, con qualche sorpresa e un’età media tra le più basse della Quinta Repubblica. Come nella scelta della premier Elisabeth Borne, già ministra nei governi degli ultimi cinque anni, il capo di Stato conferma molti suoi fedelissimi in una compagine che rispetta la parità: 14 uomini e 13 donne, a cui si aggiunge la première ministre. Confermati molti titolari in dicasteri di peso: Bruno Le Maire (Economia), Gérald Darmanin (Interni), Clément Beaune (Affari europei), Éric Dupond-Moretti (Giustizia). Nel mezzo della guerra in Ucraina, la Francia cambia invece capo della diplomazia e affida il Quai d’Orsay a Catherine Colonna, 66 anni, già ambasciatrice in Italia tra il 2014 e il 2017 e ultimamente in sede a Londra dove ha gestito in molti contenziosi legati al Brexit. Èuna sorpresa la scelta per l’Istruzione dello storico Pap Ndiaye, origini senegalesi, attuale direttore del museo dell’Immigrazione. Una nomina accolta da critiche dell’estrema destra, con Marine Le Pen che denuncia un ministro “indigenista”. Alla Cultura arriva la franco-libanese Rima Abdul Malak, 44 anni che finora lavorava nell’ombra come consigliera all’Eliseo. È un volto emergente nella generazione macronista, con alcuni trentenni in ascesa come Gabriel Attal alle Finanze e Sébastien Lecornu alla Difesa. Macron ha dato la delega alla “pianificazione ecologica” alla premier che concentrerà la missione in un trio al femminile formato con le due ministre Amélie de Montchalin e Agnès Panier-Runacher, alla transizione ecologica ed energetica. Alla parità è stata mandata via la mediatica Marlène Schiappa, sostituita dalla magistrata Isabelle Rome mentre un’altra donna, Amélie Oudéa-Castera, già dirigente della federazione tennis, prende lo Sport. Il mix politico è bilanciato secondo la logica centrista,con alcuni ex socialisti promossi come Olivier Véran, in prima linea nella pandemia con il dicastero della Salute e ora ai rapporti al Parlamento. Macron mette a segno un altro acquisto a destra, è Damien Abad, ex capo dei deputati di Les Républicains, al ministero della Solidarietà. Si apre anche la successione nel partito macronista, appena ribattezzato “Renaissance”: l’attuale segretario, Stanislas Guérini, entra infatti al governo come ministro alla Funzione pubblica. Uno dei primi obiettivi dell’esecutivo di Borne è approvare un nuovo pacchetto di misure in difesa del potere d’acquisto dei francesi, con l’inflazione che ha superato il5%. Al posto di Borne, già ministro del Lavoro, è stato scelto un altro ex socialista Olivier Dussopt, che dovrà guidare la riforma del sistema previdenziale che Macron non è riuscito a fare durante il suo primo mandato. La lista dei ministri potrà ancora cambiare dopo il voto delle legislative di giugno in base ai risultati. «È un governo che durerà meno di un mese» ha commentato Jean-Luc Mélenchon che guida la nuova coalizione di sinistra e spera di ottenere una maggioranza di deputati all’Assemblée National anche se finor a i sondaggi prevedono che il blocco di Macron, ribattezzato “Ensemble”, possa vincere.