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 2022  maggio 21 Sabato calendario

Bucha, ecco le immagini dell’orrore

Questa volta le immagini non lascerebbero spazio a dubbi. Emergono prove di nuove esecuzioni da parte dei militari russi, ed ancora una volta è Bucha il teatro del crimine, il sobborgo a nord-ovest di Kiev rimasto per un mese sotto l’occupazione delle truppe di Vladimir Putin. Due video che risalgono ai primi giorni di marzo e ottenuti dal New York Times mostrano la cattura e l’esecuzione di civili (volontari) avvenuta in quella che è stata definita la città martire dell’Ucraina. Nel primo filmato, che dura alcuni secondi ed è stato ripreso da una telecamera di sicurezza, si vedono nove uomini in fila indiana, ognuno ha una mano sulla testa e l’altra sulla schiena del compagno, mentre attraversano una strada dissestata nella cittadina scortati da due soldati russi con i fucili puntati. Il primo militare guida la colonna l’altro la controlla da dietro con il fucile automatico puntato ad altezza uomo. Uno dei civili catturati indossa una felpa celeste. In un altro video, girato da una persona nascosta in una casa vicina, si vedono gli stessi uomini trascinati in un capanno dai militari russi. Secondo la ricostruzione del Times, si tratterebbe di paracadutisti del 104 esimo e 234 esimo Reggimento d’assalto aereo. «Bastardi», esclama l’autore del secondo video mentre da un edificio non lontano cerca di contare i civili fatti prigionieri. «Ecco gli ostaggi, ce ne sono nove, no di più», si sente dire. «Sono appoggiati alla recinzione», dice ancora. Le immagini sono sfocate, probabilmente perché riprese con lo zoom di un telefonino, ma ancora una volta appare evidente che fra i civili c’è l’uomo con la felpa celeste. I filmati non durano neanche due minuti in totale, ma quello che è successo dopo è stato ricostruito dai reporter del New York Times sulle testimonianze di otto persone. I civili sono stati inizialmente presi al numero 31 di via Yablunska e portati in un complesso di edifici al numero 144 della stessa via, in linea d’aria non lontano da dove si trovavano gli autori del secondo video. Il complesso in questione veniva utilizzato dai russi come base. Ed è nel cortile antistante che i civili sono stati giustiziati. In un video girato il giorno dopo, e ottenuto sempre dal quotidiano newyorkese, si vedono alcuni cadaveri in un cortile, proprio a via Yablunska 144: tra loro c’è anche l’uomo con la felpa celeste.
A raccontare per primo l’esecuzione di via Yablunka, in realtà, è stato il reporter dell’Associated Press Vadim Ghirda che ha ripreso i cadaveri dei civili in una foto consegnata alla storia come una delle prove dei crimini di guerra dei militari russi. Lo scatto ritrae gli ucraini che giacciono a terra, alcuni con le mani legate, altri senza maglietta, nessuno indossa le scarpe. Tra loro, appunto, c’è l’uomo con la felpa celeste. Erano tutti mariti e padri, negozianti e operai. Civili che conducevano una vita ordinaria prima della guerra, ma che hanno deciso di imbracciare il fucile e difendere la comunità dall’invasore. Quasi tutti vivevano a pochi passi dal cortile in cui sono stati giustiziati. Anche i presunti autori della strage hanno un volto, o quanto meno gli uomini dei reparti a cui appartenevano. In altre immagini pubblicate dal New York Times si vedono i militari entrare nel sobborgo di Bucha, alcuni a piedi altri a bordo di un blindato BMD, uno di loro mira poi alla telecamera di sicurezza facendo fuoco. In uno scatto invece si vedono in volto alcuni militari che erano di stanza proprio a via Yablunska 144. I soldati russi sono entrati per la prima volta a Bucha alla fine di febbraio, pochi giorni dopo l’inizio della guerra, mentre avanzavano verso Kiev. Le forze ucraine hanno teso loro un’imboscata. I paracadutisti di Mosca si sono così ritirati per raggrupparsi prima di tornare il 3 marzo, dirigendosi verso Yablunska Street, un’arteria che attraversa la città, conducendo perquisizioni casa per casa e stabilendo la loro base e l’ospedale da campo appunto al civico 144. Non lontano da lì, in via Yablunska 31, Ivan Skyba, un costruttore di 43 anni, e altri cinque volontari, stavano presidiando un posto di blocco improvvisato. Avvisati via radio che i russi erano tornati a Bucha e si stavano muovendo nella loro direzione, si sono nascosti nella casa accanto al checkpoint, insieme al proprietario, Valera Kotenko, 53 anni. Successivamente sono stati raggiunti da altri due combattenti, tra cui Denys Rudenko, l’uomo che indossava la felpa celeste. La mattina del 4 marzo si sono resi conto che una fuga era impossibile. «Siamo circondati», ha scritto Rudenko ad un amico. «Per ora ci stiamo nascondendo. Stanno sparando da veicoli blindati e di grosso calibro». Circa un’ora dopo, i soldati russi hanno trovato gli uomini e li hanno costretti a uscire tutti e nove, incluso il proprietario della casa. I soldati hanno perquisito gli uomini alla ricerca di tatuaggi che potessero indicare affiliazioni militari e hanno fatto togliere ad alcuni di loro giacche e scarpe invernali. Ciò che è successo dopo lo raccontano le immagini raccolte dal Times. —