Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  gennaio 24 Lunedì calendario

Biografia di Meat Loaf

Meat Loaf (1947-2022). Cantante statunitense. All’anagrafe Marvin Lee Aday (ha cambiato poi legalmente il nome da Marvin a Michael). Lo pseudonimo Meat Loaf, che è anche il nome della band di cui era il cantante, deriva dalla ricetta preferita di sua madre: il polpettone. «Cresciuto a Dallas, Texas, in una famiglia di cantanti gospel che lo avrebbe visto volentieri dedicarsi all’opera, aveva raggiunto la California nel bel mezzo della Summer of love e non era più tornato indietro. Ma non era il tipo giusto per il flower power e il rock più duro era diventato il suo credo, e con la sua prima band, i Popcorn Blizzard, era riuscito a trovare una buona fama locale, suonando prima di Who, Stooges e altri. Marvin era però anche un buon attore e nella Città degli angeli aveva fatto molti provini, sia al cinema che a teatro. Esordì con una produzione californiana di Hair, che lo lanciò anche a Broadway nei primi anni Settanta. Lì incontrò Jim Steinman, pianista e autore, con il quale iniziò una fruttuosa collaborazione. Il passo principale verso la fama lo fece nel 1976, quando ottenne una parte nel film The Rocky Horror Picture Show, facendosi notare nel ruolo di Eddie. Fare l’attore gli piaceva, continuò per tutta la vita a recitare, ma fu proprio cercando un punto di equilibrio tra teatro e rock che Meat Loaf realizzò Bat out of hell, l’album che lo trasformò in una star planetaria, oltre 43 milioni di copie vendute» [Assante, Rep]. «Per il brano più celebre I’d Do Anything for Love (But I Won’t Do That) – un titolo ironico, Farei qualsiasi cosa per amore (ma non la farò) – vinse anche il Grammy per la migliore performance vocale. Vestito abitualmente di nero, i capelli lunghi a ondeggiare sulla testa, l’abbinamento migliore per il suo grande naso da pugile, peso over size, raffiche di chitarre, titoli di canzoni tra parentesi, il suo talento fu scostante, soprattutto a causa delle grandi liti, durate anni, con Steinman. Ma aveva saputo mantenere un legame stretto con i fan attraverso i suoi maniacali spettacoli dal vivo, i social media e le sue numerose apparizioni in tv, in radio e al cinema: Fight Club con la coppia Brad Pitt e Edward Norton, Pazzi in Alabama con la regia di Antonio Banderas, serie tv di enorme successo come Dr. House, Detective Monk e Glee, un cameo anche in versione animata in South Park» [Franco, CdS]. «Nella dichiarazione ufficiale post mortem i familiari dell’artista non hanno reso nota la causa del decesso, secondo TMZ era malato di Covid e non aveva mai nascosto le sue critiche nei confronti della gestione della pandemia scagliandosi contro l’obbligo della vaccinazione. Non è chiaro se si fosse vaccinato» [Dondoni, Sta].